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2월7일 스트론코네의 복자 안토니오

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유화정 [wjyou57] 쪽지 캡슐

2012-05-29 ㅣ No.2129




축일 2월7일
스트론코네의 복자 안토니오, Observants
Beato Antonio Vici da Stroncone Religioso
Blessed Anthony of Stroncone
Born : 1391
Died : 1461 of natural causes
Beatified : 28 June 1687 by Pope Innocent XI (cultus confirmed)



   이탈리아 중부 움브리아(Umbria) 지방 스트론코네에서 프란치스코 재속 3회원이던 루이지와 이사벨라 비치의 아들로 태어난 안토니우스 비치(Antonius Vici, 또는 안토니오 비치)는 순탄하게 프란치스코회 평수사로서 수도생활을 시작할 수 있었다. 이때 그의 나이는 12세였다. 건강이 별로 좋지 않던 이 소년은 스스로 엄격한 생활을 선택하고 또 자발적인 기도를 즐겨하는 작은 수도자였다. 26세 때에는 그가 피에졸레(Fiesole)의 수련장인 피렌체(Firenze)의 토마스 벨라치(Thomas Bellacci)를 도와드릴 만큼 크게 성장하였고, 그 후 그가 이 자리에 임명되었다.

   그는 소위 프란치스코회 내부의 ‘영적인 형제’ 그룹에 속하는 사람이었고, 또 사제가 아님에도 불구하고 10여 년 동안이나 선교활동에 가담하였다. 후일 그는 카르체리 수도원으로 돌아와서 30여 년 동안이나 극도의 고행을 통하여 겸손의 화신이라 불릴 만큼 높은 덕을 쌓았다. 그는 1461년 2월 7일 80세의 일기로 역사적인 수도원인 아시시(Assisi)의 산다미아노(San Damiano)에서 선종했다. 그는 1687년 교황 인노켄티우스 11세(Innocentius XI)에 의해 복자품에 올랐다.
(가톨릭홈에서)



* 참고

3) 옵세르반트의 확장

요한 22세의 교황기가 끝나자 공동체 형제들의 대수도원주의(Con- ventualismo) 를 반대하여 회칙의 ‘총체적인 준수’를 열망하는 여러 그룹들이 이탈리아와 스페인과 프랑스에 나타났다. 영적 형제들과 그들의 ‘개혁’ 의지가 암암리에 각 지역공동체를 형성하고 있었던 것이다. 1334년 발레의 요한은 교황의 회칙을 준수하며 살 수 있는 허락을 총봉사자로부터 얻어냈다. 이것은 초기 단순성으로 돌아가려는 운동의 시발이었다. 1350년 스폴레토의 젠틸레는 회칙 준수 보장과 수련자들을 받을 수 있는 권한을 클레멘스 6세로부터 얻었다. 그러나 1354년 총회는 개혁운동과 반대노선을 지향했다. 젠틸레는 이단자로 고발되었고 쇄신의 첫 시도는 무산되었다. 젠틸레 그룹의 바올루쵸가 은둔소 생활을 하자 움브리아 지방의 버려진 은둔소에 형제들이 살기 시작했다. 1373년에 이 개혁운동은 12개의 집을 갖게 되었다. 이 운동은 1390년경 이탈리아 전역에 확산되어 있었다. 개혁운동의 초기형제들은 교육을 받지 못한 평형제들이었다. 그러나 우수한 개혁자들이 직접 회칙 준수파에 들어왔다.

이탈리아에서의 개혁 그룹인 리포르마티(Riformati)는 1402년에 시에나의 성 베르나르디노, 1414년에는 카페스트라노의 성 요한, 1415년에는 살테아노의 성 알베르토, 1416년에는 마르카 관구의 성 야고보가 입회를 했다. 이들은 모두 옵세르반트의 방향을 결정짓는 인물들이었다.

스페인에서의 옵세르반트(Alcantarini, Discalceati, Guadalupesi)는 통합성은 부족했지만, 아비뇽의 교황 보호 아래 이탈리아보다 더 열정적으로 일어났다. 이 개혁 그룹들은 제각기 독자적으로 움직였다. 이들은 은둔소 칩거의 형태로 살았다. 1415년에는 12개나 되는 은둔소가 설립되었다. 알칼라의 성 디에고(+1463)가 1441년 자신을 하느님께 봉헌한 것도 이 은둔소였다.

프랑스에서의 옵세르반트(Recollect) 개혁 운동은 은수적 생활이 아닌 학문과 사도적 활동에 큰 비중을 두었다. 또 교황은 회칙의 영적 준수를 위해 집짓는 일을 허락하였다. 15세기 초에 프랑스 관구의 여러 수도원은 개혁을 받아들였다.

그 후에 개혁 공동체들은 자신들의 관구봉사자들로부터 큰 고통을 당했다. 이들은 1415년에 자신들의 사정을 콘스탄츠공의회에 상정하여 교황들의 초기 해석을 가지고 회칙을 준수할 권리를 주장했다. 그리고 모든 관구의 옵세르반트 수도원들에게 개혁을 받아들이고자 하는 모든 수도자들을 받을 수 있는 자유와 독자적인 장상을 달라고 요청했다.

공의회는 1415년 9월 23일 칙서 <Supplicationibus personarum> 에서 옵세르반트에게 그들이 요청한 모든 것을 허락해 주었다. 더구나 관구 내 속관구들은 해당 관구봉사자들의 재치권 아래에 있지 않으며 나름의 총장 대리를 가지고 총봉사자는 시찰할 권한만 있다고 선언했다. 어떤 수도자라도 본인이 원하면 회칙 준수파 형제들에게 넘어갈 수 있게 되었다.

옵세르반트 조직 체계를 확장시켜나간 그룹들 외에도 많은 다른 개혁 그룹들이 거의 동시다발적으로 생겨났는데, 그들은 자치를 누리면서도 법적으로는 형제회에 속한 채 남아 있었다. 프랑스 북부와 독일의 콜레타니(Coletani), 이탈리아의 아매디테(Amaeditae), 클라레니(Clareni) 등이 있다.
(김창재다미아노ofm,이현주ofs 엮음,재속프란치스코회역사,한국재속프란치스코회출판부,2011,123-125쪽)


시에나의 성 베르나르디노(+1444, 입회 1402) 축일 5월20일
카페스트라노의 성 요한(+1456, 입회1414) 축일 10월23일
살테아노의 복자 알베르토(+1450, 입회1415) 축일 8월15일
마르카 관구의 성 야고보(+1476, 입회1416) 축일 11월28일
알칼라의 성 디에고(+1463) 축일11월13일(11월12일)

 

  

* 참고 : 까르첼리 은둔소(2005년 성지순례 사진)

까르첼리 은둔소 입구에 있는 성 프란치스코의 상

 

까르첼리 은둔소로 들어가는 입구

까르첼리 은둔소의 모습 

까르첼리 은둔소의 모습;
오른쪽에 보이는 벽에 시에나의 성베르나르디노의 예수성명(IHS)신심의 문장이
부조로 되어있으며 이 은둔소의 수련원장이셨다고 한다.
 

절벽과 같은 곳에 지어진 까르첼리 은둔소. 

 까르첼리 은둔소안에 있는 시에나의 성베르나르디노(축일:5월20일)의 십자가  

까르첼리 은둔소에 있는 성 프란치스코의 동굴(성인이 계셨던 자리에 화분을 놓았다)
사부 프란치스코 성인께서 1210-11년 사순절을 지내려 올라 오셨다고 하며
관상과 활동에 대해 성소를 탐색하던 시기이다.
"그의 가장 포근한 안식처는 기도였다."
 

까르첼리 은둔소에 있는 악마가 도망쳤다는 구멍. 

까르첼리의 레오형제 동굴입구 

까르첼리에서 말씀의 전례를 거행한 곳. 

말씀의 전례
열왕기 상권 19,11-13
11 다시 음성이 들려왔다. "앞으로 나가서 야훼 앞에 있는 산 위에 서 있거라."
그리고 야훼께서 지나가시는데 크고 강한 바람 한 줄기가 일어 산을 뒤흔들고
야훼 앞에 있는 바위를 산산조각 내었다. 그러나 야훼께서는 바람 가운데 계시지 않았다.
바람이 지나간 다음에 지진이 일어났다. 그러나 야훼께서는 지진 가운데도 계시지 않았다.
12 지진 다음에 불이 일어났다. 그러나 야훼께서는 불길 가운데도 계시지 않았다.
불길이 지나간 다음, 조용하고 여린 소리가 들려왔다.
13 엘리야는 목소리를 듣고 겉옷자락으로 얼굴을 가리우고 동굴 어귀로 나와 섰다.
그러자 그에게 한 소리가 들려왔다. "엘리야야, 네가 여기에서 무엇을 하고 있느냐?" 

...  "야훼께서는 바람 가운데도, 지진 가운데도, 불길 가운데도 계시지 않았다.
조용하고 여린 소리로 다가오시는 야훼 하느님!"
까르첼리에서 부르는 태양의 찬가는 더욱 아름답게 느껴졌습니다.

까르첼리의 맛세오 형제 동굴입구. 

까르첼리 은둔소를 내려오며...










Beato Antonio Vici da Stroncone Religioso
7 febbraio 
(1381 - † 7 febbraio 1461
Martirologio Romano: Ad Assisi in Umbria, beato Antonio da Stroncone, religioso dell’Ordine dei Frati Minori.

Narra Ludovico Jacobilli: « La Patria del B. Antonio fù Stroncone, Terra della Provincia dell’Umbria sotto la Diocesi di Narni; il Padre di lui si chiamò Lodovico della famiglia Vici, e la Madre Isabella ; ambedue timorati da Dio. Fù il B. Antonio da loro allevato in molta Christiana pietà; e fino negli teneri anni cominciò a dar segni di quello che doveva essere: poiché macerava il corpo suo con li digiuni, vigilie, e astinenze; e s’essercitava nell’orationi, e opere virtuose. Pervenuto all’età di dodici anni, fù inspirato da Dio a farsi Religioso de’ frati Minori osservanti de’ Zoccolanti; e andato dal Padre Guardiano del Convento de’ Zoccolanti della sua Patria, lo pregò a riceverlo nell’Ordine. Il Guardiano, laudò la sua buona volontà, e l’essortò a caminare per la strada dell’osservanza de’ Divini precetti: ma vedendolo tanto giovanetto, non volse dargli l’habito, ma l’essaminò, e l’esperimentò più volte con molta prudenza; e trovando esser vera la sua vocazione, lo vestì del sacro abito. Havendo il Beato fatta professione in detto Convento della sua patria; e intesa la fama della santità del B. Giovanni da Stroncone suo Compatriota, e primo Vicario del B. Paolo Trinci da Foligno, Institutore di detta Riforma dell’Osservanza; con facoltà de’ Superiori andò à ritrovarlo in Toscana, ove dimorava: quando il B. Giovanni lo vidde, lo stimò per la poca età, e delicata complessione, ch’haveva, non fusse habile a sopportar le fatiche della religione: ma vedendo la sua costanza, e il gran desiderio, ch’haveva della perfettione; l’ammaestrò, e l’introdusse negli essercitij dell’Ordine; e in quelli egli molto affaticando, per haver poca forza, s’infermò; perilché il B. Giovanni voleva mandarlo al Convento della sua Patria, acciò fusse con più cura sanato. Ma il B. Antonio, ancorché fusse debole di corpo, era però così forte di spirito, che nascondendo la sua infirmità, pregò il B. Giovanni a non mandarlo alla Patria; e ne fu consolato, e riebbe le forze; e crescendo nelle virtù, divenne suo diletto discepolo.
Era il Beato tanto umile; e ancorché fusse di famiglia nobile della sua Patria; e sapesse leggere, e fusse habile ad esser Sacerdote; volse però esser sempre frate laico, imitando il suo P.S. Francesco, e il detto B. Paolo Trinci, che non volsero per umiltà esser Sacerdoti: si teneva il più vile, e inutil frate dell’Ordine; procurava con diligenza, e segretezza di far sempre gli essercitij più vili, e bassi del Convento; e finiti quelli ritornava subito alla solitudine, e all’oratione. Gli fù commandato da’suoi Superiori, che andasse all’Isola di Corsica; e ottenuta l’obedienza, e benedittione dal Prelato; partì, e giunse al luogo; e ivi dimorò fin tanto, che dalla medesima obbedienza ne fù levato. Ritornato alla Provincia di S. Francesco, fù mandato ad abitare al Convento delle Carceri; ove dimorò circa trent’anni, abitando per ordinario in una Grotta nella selva di quel Convento, che fino al presente si dice del B. Antonio da Stroncone. Per ventiquattr’anni combatté con la sete del corpo, per la strada, che và dalle Carceri ad Assisi; né mai volse bevere di quell’acqua della fonte, che in quella strada si trova, quantunque molte volte se ne trovasse in gran necessità, volendo mortificarsi, e patir quella sete volentieri, in memoria di quella che patì N.S. per la nostra salute sulla Croce. L’asprezza di vita di questo Servo di Dio fù meravigliosa: poiché andava scalzo senza portar cosa alcuna ne’ piedi; e nelle stragioni estreme di freddo, e di caldo,haveva talmente rotti, e pieni de’ fessure i piedi, che ne riceveva estremo dolore, e poneva compassione, e spavento a chiunque il mirava; e gli bisognava spesso andare da’ Calzolai a farsi poner li punti, ove era stracciata la pelle, e farseli ciscire. Non portò mai l’habito senza tonica sopra le sue carni; e era l’habito povero, e vile. Il suo dormire era breve, il magnare pane, e acqua, la maggior parte del tempo. Nelli primi dodici anni della sua Religione, fra l’altre mortificationi, ch’ei faceva, d’ordine del suo Maestro, una fù, che mille volte il giorno si poneva devotamente con le ginocchia in terra. Nel detto Convento delle Carceri, nel tempo de’ caldi eccessivi, di mezza Estate, egli bevevo acqua fatta con l’assentio, calda, per maggior penitenza; e dicendogli li frati, perché non bevesse l’acqua fresca in questi tempi caldi; li rispondeva esser troppo sensuale al suo corpo. Non mangiava mai carne, né ova, né formaggio; né lasciava però di cercar per li frati, così di queste, come dell’altre cose, che mancavano. Quando andava per viaggio, cercava da mangiare per il compagno; e gli diceva: Fratello mangia quello, ch’hai bisogno, acciò possi obbedire al tuo Prelato; e non guardare a me, perché ognuno non può fare col suo corpo quel che io faccio col mio. Verso il suo corpo era rigoroso, e aspro; e con altri usava gran carità, e compassione. Questo modo di vivere, nel principio gli fù molto duro ad eseguire; ma con la divina gratia tanto s’affaticò, che nel tempo di quattordici anni, virilmente combattendo, vinse in tal modo il senso, che mangiava l’assentio, come saporito cibo, che in fine della sua vita, non pareva trovasse vivanda più saporita al gusto suo, che detto cibo amaro. Passava molti giorni senza mangiar cosa alcuna; in particolare la settimana santa, dal Giovedì santofino alla Domenica di Resurrettione; né era visto in questo tempo se non in Chiesa. Essendo molto vecchio, gli dicevano li frati, che essendo carico d’anni, e di bassezza, mangiasse la carne, o pesce: rispondeva loro, che gli faceva male. E soggiungendoli uno più suo famigliare, come potessero fargli male vivande sì buone? Rispose fanno male all’Anima mia. Il suo principale essercitio era l’oratione, e contemplatione; occupandosi in questo, giorno e notte; non trovando cosa di più suo gusto, e consolatione, che conversare con Dio, che l’amava con tutto il cuore, e sopra ogni cosa: e per poter più esercitarsi in questa sant’opera, procurava quanto poteva star solo, fuggendo le conversationi humane, massime quelle, che discordavano dal suo spirito, e era di rado veduto fra le genti: e con loro conversava per necessità, e con pochissime parole. Godeva molto in ritrovarsi, ove con solennità si celebrava la Messa , e l’offitio, e quivi sì contento stava, che spesso si scordava di mangiare; essendo la divotione il vero cibo dell’Anima sua. Pregava i frati a dire nel Coro di continuo l’offitio Divino, perché in quest’opera più che in altra servivano il Signore. E nel tempo di recitare l’offitio divino, lasciava tutte l’altre cose per trovarsi con li frati nel Coro a laudare la Maestà divina. Stando una volta in oratione gli apparve N.S. Giesù Cristo, e gli disse, che molto gli piaceva la Messa bene illuminata: dopo tal visione, s’affaticò assai, ove si trovava, per poner molti lumi nell’Altare, quando si celebrava Messa, particolarmente nelle solennità del Sig. e della Beata Vergine. Udiva, e serviva le Messe con tanta divotione, e spirituale consolatione, che se si fusse celebrato ogni giorno fino a notte, mai si saria partito di Chiesa per udire, e servire le Messe.
Essendo venuto in età quasi decrepita, e vicino a morte; voleva levarsi da letto per udire la messa; li frati lo consigliavano a non far quello, ché non poteva, e che gli saria nociuto alla sua debolezza; esso rispondeva loro: Se sapessivo il guadagno, che fa l’Anima, che devotamente ode la Messa , restarete con grand’ammiratione.
Haveva in grandissima veneratione il santissimo Sacramento; e osservò in sua vita, che prima si comunicasse, domandava perdono a tutti li frati del Convento con le ginocchia in terra. L’amor del Prossimo era sviscerato in lui; non stimando asprezza, né qualsivoglia fatica per il bene temporale, e spirituale del prossimo: alli deboli, e infermi procurava diligentemente il loro bisogno; li serviva, e consolava con gran carità.
La virtù della patienza talmente possedeva, che con molta tranquillità sopportava le tribolazioni, e persecuzioni, senza lamentarsi di persona alcuna. Vedendo qualche frate tribolato per dispiacere ricevuto, seco ne compativa, e dopo lo confortava, dicendogli: Fratello, bevi, bevi questo calice; camina inanzi; per questa strada è necessario che il Servo di Dio passi, come hanno fatto tutti i veri amici del Signore.
Una volta fù accusato al Provinciale, che avesse tagliate trenta vite nell’horto del Convento, ove dimorava; ancorché ne fusse innocente; ma perché era molto zeloso della povertà, giudicarono, che l’havesse tagliate; e essendo perciò dal Prelato ripreso, ch’havesse rovinato le fatiche d’altri, e insieme la consolatione de’ frati, non si scusò, né mostrò segno, che non n’havesse colpa; ma prostrato in terra, ricevé umilmente la reprensione con la penitenza. Parendo al Provinciale, che non scusandosi, egli l’havesse tagliate, gli diede in penitenza, che per ciascuna vite facesse una disciplina, e furono trenta; il che da lui fù fatto con allegrezza, e prontezza, senza mormoratione, e come colpevole; e dopo fù trovato esser innocente, e tutti ne rimasero edificati di lui.
Fù castissimo di corpo, e di mente, e dalla Divina gratia preservato Vergine sino alla morte. Stette quarant’anni, che mai vidde faccia di donna. Il che fù di gran maraviglia, e massime nella persona sua, ch’hebbe l’offitio per alcune decine d’anni d’andar elemosinando per li frati di porta in porta.
L’otio eta dal Beato fuggito come la peste; e mentre gli avanzava tempo dall’oratione, e servigij del Convento, s’impegnava in far Croci di legno, per haver più nelle mani, e negli occhi la Croce , che nel suo cuore teneva radicata; e queste croci poneva nella selva del Convento e in altri luoghi, ove gli pareva stessero bene.
Molte persone mosse dalla santa conversatione, e edificatione, e dal soave odore della sua santità, si diedero al servigio di Dio, con levarsi da peccati, e dall’occasione di essi, e si fecero Religiosi, e altre servirono Dio nel secolo. Et il Signore per li suoi meriti, se compiacque dimostrare molti segni, e miracoli in vita, e in morte per salute dell’Anime.
Hebbe fra gli altri doni sopranaturali da Dio quello della profetia, con il quale manifestò molte cose avanti avvenissero. Una donna gli raccomandò suo Marito, il quale doveva andare d’Assisi all’Aquila. Il Beato le disse, che dicesse al Marito, che non si partisse, perché se v’andava, quel viaggio saria la sua morte. Il Marito non stimando il consiglio del B. Antonio, v’andò, e nel ritorno s’ammalò, e morì per la strada.
Un huomo aveva talmente rotto la testa, che li Medici lo tenevano per morto. Li parenti lo raccomandarono a lui, che pregasse Dio per la sua salute. Rispose, che l’Infermo non morirebbe di quel male, e così avvenne.
Erano morti cinque figli ad una donna maritata, né credeva haverne altri; stando perciò molto tribolata, ricorse al Beato, che volesse ottenerli da Dio un figliuolo. Egli le disse: Va, donna, e habbi pazienza, che sarai consolata. Concepì la donna, e ne seguì a tempo debito l’effetto.
Dimorando nell’istesso Convento delle Carceri, disse più volte a que d’Assisi, che s’apparecchiassero per la Croce. Essi l’interrogarono per qual Croce? Rispose, per la Croce della morte; perché in breve Dio ve mandarà sì gran peste, che morirà la maggior parte del Popolo. De lì a u anno, e fù del 1448, si verificò la Profetia : poiché venne sì gran peste in Assisi, nell’Umbria, e nell’Italia, che si votarono le Case.
Predisse alcune tribolazioni, ch’havevano da venire; dicendo: Guai a quelli, che non sono bene uniti con Dio. E giunto al fine della sua vita; conoscendo che il Signore lo voleva levare da questo pericoloso Mondo, e condurlo al sicuro porto del Paradiso, cominciò a prepararsi alcuni giorni avanti. Lasciò un libretto da lui usato, ove era scritto l’oratione della dottrina Christiana, e la regola. Dopo manifestò alli frati l’hora del suo transito; e ricevuti con singolar devozione, e esempio li santissimi Sacramenti, se ne passò al Signore soavemente. Questo seguì a di 7 di Febraro l’Anno 1471, nell’età sua d’anni 76 in circa, e An. 64 della Religione, e fù nel Convento di S. Damiano fuor d’Assisi, ove ultimamente era venuto ad abitare, e vi dimorò più anni. Il sacro corpo di lui fù sepolto nella detta Chiesa di S. Damiano, il quale fù da’ frati per un anno tenuto occulto, e con poca veneratione, come si dirà; ma poi fù trasferito in una Cappella eretta a suo honore nella medesima Chiesa; che sino la presente intiero, e incorrotto si conserva, frequentato, e visitato da popoli vicini, e lontani; e da’ Padri Riformati di San Francesco, che vi dimorano, si conserva con molta devozione.
Il Signor’Iddio volle mostrare al Mondo quanto gli fusse stato grato, e la gloria, che gli aveva dato, con operar molti miracoli per suo mezzo; e in particolare li seguenti.
Un putto di nov’anni, denominato Liberatore d’Assisi, fù da suoi condotto dalla Chiesa della Madonna degli Angeli alla Chiesa di San Damiano; e entrando in Chiesa su l’hora del Vespero, vidde sopra la sua sepoltura un lume, il quale andava crescendo, e un putto gli andava dietro per smorzarlo, e lo splendore andava ogn’hora più aumentandosi. Restò il putto di questa visione maravigliato, e ritornò correndo, e tremando a Casa sua; e raccontò alla Madre ciò che veduto aveva. La Madre udito tal prodigio condusse il figlio al Convento di S. Damiano, e narrò il tutto alli frati, e al B. Giacomo della Marca, che in quel tempo era in quel Convento; il quale disse a i frati: Quel lume apparso alla sepoltura di F. Antonio, denota la sua santità, che vuole N.S. demostrare al Mondo; il putto che lo vuole smorzare sete voi altri frati, che ascondere lo volevate; ma la divina bontà vuole, che si manifesti. Fece subito cavar quel santo corpo dalla sepoltura, ove era stato un anno, e lo trovarono intiero, e senza danno alcuno; e aveva nella palma della destra mano una rosa della medesima carne; la quale veduta dal B. Giacomo, disse ch’era un segnale fattoli da Dio; e postosi con le ginocchia in terra con tutti li frati, baciarono quella mano con abondanti lacrime d’allegrezza; vedendo la gloria del Creatore nella Creatura. Divulgatosi questo miracolo, concorsero molte genti a visitare il suo sacro corpo. Il quale a di 9 Novembre fù trasferito in un nobil deposito elevato nell’istessa Chiesa di S. Damiano; e per li suoi meriti il Signore risanò mol’Infermi da varie malattie. Concorrono a venerarlo gran numero de’ Popoli, conservandosi intiero.
Una Monaca Terziaria nobile, essendo stroppiata delle ginocchia in giù; e questo male l’apportava gran dolore; facendo oratione al suo sepolcro, si levò miracolosamente libera.
Una putta stroppiata de’ piedi, e delle mani; portata alla sua sepoltura, e facendo oratione, e voto, se ne tornò sana a Casa. Due Donne aggravate da infirmità, raccomandandosi al B. Antonio. Con voti, furono risanate. Et altri molti segni, e miracoli, dimostrò Dio per le sue intercessioni; come si legge nello specchio dell’Ordine Minore, detto la Franceschina , e in molti voti, e offerte appese nel suo sacro deposito.
Nel Martirologio Francescano alli 9 di Novembre si leggono di questo beato le seguenti parole: “Assisij in Umbria, B. Antonimi a Stronconio Confessoris, qui virginitatem incontaminatam custodivit, et prophetia dono illustratus fuit; cuius vita santissima, et mors in conspectu Domini pretiosa, multis miraculis acclamatur”» (L. Jacobilli, Vite, I, pp. 203-209).

Autore: Lino Busà
_______________________
Aggiunto il 2006-09-05

 


Blessed Anthony of Stroncone
Memorial
7 February
Profile
Franciscan lay brother from the age of 12. Fought the Fraticelli heresy.
Born
1391
Died
1461 of natural causes
Beatified
28 June 1687 by Pope Innocent XI (cultus confirmed)

 

 



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