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5월31일(5월30일) 성녀 카밀라 밥띠스타 바라노 동정녀♬태양의 찬가

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유화정 [wjyou57] 쪽지 캡슐

2006-10-08 ㅣ No.1945


 

축일:5월31일(5월30일)
성녀 카밀라 밥띠스타 바라노 동정녀, 
Poor Clare  

Santa Camilla Battista da Varano Clarissa Francescana
Camerino, 9 aprile 1458 - Camerino, 31 maggio 1524
Benedetto XVI l’ha canonizzata il 17 ottobre 2010.

Saint Camilla Battista Varani
Also known as : Battista Varano, Camilla da Varano
Born : 9 April 1458 in Camerino, Macerata, Italy
Died : 31 May 1524 in Camerino, Macerata, Italy of natural causes
interred in the Poor Clare monastery in Camerino
Beatified : 7 April 1843 by Pope Gregory XVI (cultus confirmed)
19 December 2005 by Pope Benedict XVI (decree of heroic virtues)
Canonized : 17 October 2010 Pope Benedict XVI

 

프란치스칸 삶과 사상15호
'성 글라라 수도회의 성녀와 복녀' 125-126쪽에서

 

성 밥띠스타 바라노(Baptista Varano)동정

   카메리노의 카밀라 바라노(Camilla Varano Camerino)는1458년 4월9일 이탈리아의 Camerino/Umbria 에서 그 곳의 영주인 공작의 딸로 태어났다. 1481년 Urbino의 성 글라라 수도원에 입회하였고 1482년에 서원을 했으며 후에 고향에 수도원을 새로 설립하고 성 글라라의 회칙을 철저히 지키는 수도원장으로 봉사했다.
  1505년 Fermo에 새 수도원을 창설했다. 성녀는 아버지와 세 오빠가 황제의 명령으로 살해당하는 가적의 불행과 함께 자신도 귀양살이를 하면서 십자가의 예수님을 열렬히 사랑하고 그분께 봉헌하는 삶을 살았다. 영성 생활에 관한 많은 저술을 남겼다. 1524년 5월31일 귀천했고 축일은 5월30일이다. 교황 요한 바오로2세가 성인품에 올렸다.

 

  「사랑하는 형제들이여, 사랑하는 자매들이여, 영적 게으름과 냉담함의 잠에 빠져들지 않도록 항상 조심하여 깨어 있도록 하십시오. 그러므로 저는 그대에게 이런 권고를 드리고 싶습니다. 회개하여 보속하려는 열렬한 갈망의 불이 항상 그대 안에서 꺼지지 않게 하고, 그대의 모든 점에 있어서 그대가 좋아하며 원하고 생학하는 것을 먼저 행하기보다는 장상의 뜻을 따르는 보속을 실천하십시오. 만일 그대가 이 일에서 성실하면 그대의 마음을 환히 보시는 삼위일체 하느님께 큰 은총을 얻게 될 것입니다. 그대 마음이 항상 사랑으로 불타오르게 하십시오.
   그대의 눈을 열고 이 세상에서 주어진 짧고도 짧은 순간을 허비하지 마십시오. 그대는 주님께서 주시는 은총에 힘입어 언제나 깨어서 열심히 살아가십시오. 사도와 함께 이렇게 말하도록 하십시오. 이른 아침부터 깨어서 당신께 나아가는 "내게 대한 주님의 은총은 헛되지 않았습니다(1고린 15,10)」

<성 바라노의 글에서>


 

 

   이탈리아 카메리노(Camerino)에서 율리우스 카이사르 다 베라노(Julius Caesar da Verano) 왕자의 외동딸로 태어난 성녀 카밀라 바라노는 8살에서 10살 때쯤 레오네사의 도메니코(Domenico da Leonessa) 신부의 강론을 듣고 큰 감명을 받았다. 그 후 그녀는 도메니코 신부에게 수많은 편지를 보내면서 자신의 영성생활에 진보를 가져왔다. 도메니코 신부가 그리스도의 수난에 대하여 강론할 때는 수많은 군중이 몰려들었다. 어린 소녀 카밀라 바라노는 매주 금요일마다 구세주의 사랑을 묵상하고, 모든 어려움을 극복하는 놀라운 영적 진보를 가져왔다. 그녀의 부친은 카밀라 바라노에게 라틴어를 비롯한 모든 학문을 가르쳤고 좋은 혼처 구하기에 바빴다.

   그러나 그녀는 오로지 회개생활에만 관심이 있었고 차츰차츰 수도생활을 열망하게 되었다. 1481년 그녀는 드디어 클라라회의 수녀복을 입고 수도명을 바티스타로 정하였다. 그 후 그녀는 그리스도의 수난에 대한 신비적인 계시를 받기 시작하였다. 장상의 명에 따라 글로 표현한 것이 “예수의 괴로운 마음의 고통”이란 책이다. 또한 그녀는 성령의 놀라운 은총에 관한 책을 썼으며, 수도회의 규칙에 따라 철저히 가난한 생활을 하였다. 그녀의 부친이 딸을 가까이 두고 싶어서 세운 카메리노 수도원은 클라라회의 영성의 산실 가운데 하나이다. 그녀에 대한 공경은 1843년 교황 그레고리우스 16세(Gregorius XVI)에 의해 승인되었고, 2010년 10월 17일 마침내 성 베드로 광장에서 교황 베네딕토 16세(Benedictus XVI)에 의해 시성되었다.
(가톨릭홈에서) 

 

*성녀 클라라 동정녀 축일:8월11일,게시판1312번,1313번.

http://home.catholic.or.kr/gnbbs/ncbbs.dll/chinchang
 
















 

 





 

♬ 태양의 찬가

 

 

 

 

 

 Santa Camilla Battista da Varano Clarissa Francescana
31 maggio 
Camerino, 9 aprile 1458 - Camerino, 31 maggio 1524


Figlia del principe Giulio Cesare da Varano nasce a Camerino il 9 aprile 1458 e all'età di 23 anni, il 14 novembre 1481, abbraccia la regola delle Clarisse di Urbino, prendendo il nome di suor Battista e potendo vestire l'abito dell'Ordine. Poco dopo fonderà a Camerino un monastero di cui diventerà abbadessa. Famoso fu il suo libro «I dolori mentali di Gesù nella sua Passione». Divenne un punto di riferimento per tutta Camerino. Morì il 31 maggio 1524, i funerali si svolsero nel cortile del palazzo paterno. Attualmente è beata per la Chiesa. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Camerino nelle Marche, beata Battista (Camilla) Varano, badessa del monastero delle Clarisse fondato da suo padre, che sperimentò grandi sofferenze e mistiche consolazioni.


Figlia illegittima di Giulio Cesare Da Varano signore di Camerino, Camilla nacque il 9 aprile 1458 e crebbe a corte sotto lo sguardo di Giovanna Malatesti sposa del “magnifico signore”.
Molte notizie della sua vita le ha descritte lei stessa in una lunga lettera autobiografica (conosciuta come Vita spirituale) diretta al francescano Domenico da Leonessa che indirettamente aveva fatto iniziare il suo cammino interiore quando, predicando a Camerino il venerdì santo del 1466 o 1468 e descrivendo la Passione di Gesù, colpì la fantasia della bambina che poco tempo dopo fece voto di piangere almeno una lacrima ogni venerdì sulla Passione di Cristo, secondo l’esortazione del predicatore. Però quanto dapprima sembrava un gioco, le costò sempre più fatica, perché la ragazza, educata in lettere antiche e moderne, confesserà che si sentiva più incline al canto, alla danza e agli svaghi che a devozioni e pie letture e la vista di persone consacrate la irritava. Solo la sua indomita volontà supplì l’entusiasmo perduto per la preghiera del venerdì: «Beata quella creatura che per nessuna tentazione tralascia il bene incominciato!», dirà poi. Così pian piano la lacrima produsse preghiera, meditazione, digiuno e impegno ad evitare almeno il venerdì qualche difetto, però confessa: «facevo tutto questo bene non solo per aver premio in cielo, ma molto più in terra [...] Intensificavo la preghiera per timore dell’inferno».
Sui diciotto anni d’età cominciò a sentire interiormente l’invito a farsi suora, ciò le ripugnava perché «non si sentiva il cuore libero da alcune passioni, di cui deve essere totalmente libero chi veramente vuol servire Dio». Nonostante il contrasto, perseverò nella preghiera da cui ritraeva «una certa tranquillità e pace»; la resistenza all’invito divino cessò un venerdì e, dopo un forte conflitto psico-fisico da farla abbondantemente sudare, la ventunenne Camilla decise di offrire la vita a Cristo, il quale iniziò subito a ricolmarla di straordinarie esperienze mistiche. Ma iniziò l’opposizione paterna durata due anni e mezzo e fatta di lusinghe, minacce, prigione: in questo tempo di combattimento Camilla ebbe la visione di Gesù che esce dal suo cuore e le cammina davanti e quella del suo nome scritto sul cuore di Cristo: «Io ti amo, Camilla».
Il 14 novembre 1481 poté entrare nel monastero delle Sorelle Povere di santa Chiara a Urbino, assumendo il nome di suor Battista. Durante il noviziato appuntò le parole udite da Cristo fino allora, riscrivendole nel 1491: è l’opera I ricordi di Gesù.
Per disposizione dei superiori, con otto consorelle lasciò Urbino per il nuovo monastero di Camerino che lei volle fondato sulla Regola di santa Chiara senza attenuanti e dove entrò il 4 gennaio 1484. Si susseguirono altri doni straordinari dello Sposo divino di cui parla nell’Autobiografia: illuminazioni interiori, estasi che l’immergevano nelle profondità divine, visioni di angeli, di santa Chiara e di santa Caterina da Bologna, ecc. Per cinque anni suor Battista contemplò i piedi crocifissi di Cristo che poté abbracciare e baciare con amore e devozione. Di tutte queste grazie lei scrive: «È meglio parlare poco del molto che del poco dire troppo».
Nell’anno di permanenza al monastero di Urbino il Signore le aveva rivelato le sofferenze provate nel cuore durante la passione, che diventarono l’argomento principe della meditazione di Camilla Battista. Poco prima dell’agosto 1488 lei ebbe un’insistente ispirazione a mettere sulla carta quelle rivelazioni e Cristo stesso le suggerì l’artificio dell’anonimato. Così suor Battista finge di averne sentito parlare da una suora di Urbino. I dolori mentali di Gesù nella sua Passione è la più nota opera della santa che scrive: essendo Gesù persona divina, l’amore del suo cuore era infinito, di conseguenza non ebbero limite anche i suoi dolori interiori (mentali), raggiungendo il culmine nell’agonia del Getzemani, perciò dice: come chi si accontenta di una goccia di miele all’esterno di un vaso non sa quanto è racchiuso all’interno, così chi meditando si ferma al dolore fisico del Signore non comprenderà l’infinita sofferenza che Egli provò nel cuore. Lei aveva deciso di «entrare nel sacratissimo Cuore di Gesù e di annegare nell’oceano delle sue acerbissime sofferenze», come pure che «tutti i giorni dell’anno fossero per lei come un Venerdì Santo». Dietro sua insistenza e secondo quanto le era stato promesso, Gesù glieli fece assaporare dall’ottobre 1488 al 1493 attraverso il silenzio di Dio, una presenza-assenza di Colui che era l’unico motivo della sua vita, per lei esperienza angosciante, simile all’abbandono che Cristo stesso aveva provato nella sua passione.
Poco tempo dopo Camilla Battista provò un altro genere di sofferenze. Nel 1502 Cesare Borgia detto il Valentino, figlio di papa Alessandro VI, aveva iniziato a spodestare i signorotti del territorio pontificio per renderlo tutto direttamente soggetto al governo pontificio. A Camerino Giulio Cesare da Varano preparò la difesa insieme ai figli Venanzio, Annibale e Pirro, dopo aver inviato a Venezia il figlio minore Giovanni Maria con la madre e il tesoro di stato per salvare la dinastia e aver fatto partire l’amata Camilla con una consorella alla volta di Fermo. Non accolta, Camilla Battista proseguì per il regno di Napoli e ad Atri fu ospitata da Isabella Piccolomini moglie del duca Matteo Acquaviva Aragona. Intanto il 21 luglio a Camerino Giulio Cesare e i figli furono fatti prigionieri e il 9 ottobre trucidati il primo nella fortezza di Pergola e gli altri nella torre di Cattolica. Ferita nei sentimenti naturali,lei trovò rifugio nel Cuore del suo amatissimo Sposo. Dopo la morte di Alessandro VI (18 settembre 1503), Giovanni Maria da Varano restaurava la signoria a Camerino non senza vendette sui nemici, vi tornò anche la sorella che di tutte le dolorose vicende mai disse una parola di riprovazione.
Più volte nel suo monastero, oltre che vicaria, fu eletta abbadessa dalle consorelle che l’amavano e delle quali “lei pensava sempre bene e ne scusava i difetti”, come scrive il testimone Antonio da Segovia, monaco olivetano che riporta questa preghiera di Camilla Battista: “Quando sentirò di avere questa grazia, cioè fare del bene con perfetto cuore a chi mi fa male, dire bene e lodare senza ipocrisia chi so che dice male di me e a torto mi biasima, allora Padre dolcissimo mi riterrò tua vera figlia per la reale conformità fra me e il tuo dolcissimo figlio Cristo Gesù crocifisso, unico bene dell’anima mia”.
Camilla Battista continuò ad avanzare nella via della perfezione con un’eroica amore verso Dio, pur affermando nelle sue opere che l’uomo è incapace di corrispondere all’infinita carità di Dio che si china verso le vilissime creature, tanto che lei, dopo una straordinaria illuminazione interiore, aveva esclamato: «O pazzia, o pazzia! Nessun vocabolo mi pareva più vero e conveniente a tanto amore». Di conseguenza lei stessa si stimava degna dell’inferno e di essere posta sotto i piedi di Giuda, ma con evidente paradosso aggiungeva: «Purché là ti ami, mio Dio!». Una volta ebbe la transverberazione: «Mentre entravo in chiesa per la celebrazione del vespro, guardai verso il Santo Sacramento e mi parve che da quello ne uscisse una saetta che mi ferì il cuore di amore divino».
Coltivò pure un amore alla più alta povertà personale e comunitaria. Sempre aperta verso ogni necessità altrui, da Giulio II fu inviata a fondare il monastero delle Clarisse di Fermo (1505-1506); per circa dieci mesi (1521-1522) si fermò nella città di Sanseverino Marche dove, secondo una fondata ipotesi, si adoperò per plasmare la nuova comunità di Clarisse; scrisse lettere per incoraggiare o consigliare monache e laici o per intercedere in favore di due camerti condannati a morte. Una sua consorella attesta che suor Battista era “talmente assorta dallo zelo delle anime che si sentiva ardere e non aveva altra consolazione né altro pasto se non questo e quando parlava della salvezza delle anime sembrava che languisse”, inoltre afferma che suor Battista “spesso ardeva talmente per il desiderio di rinnovamento della Chiesa da non poter dormire o mangiare né ascoltare chi le parlava, in modo che alle volte per questo si ammalava gravemente”: era il tempo in cui la Chiesa di Cristo manifestava un rilassamento di costumi che nel 1517 aveva indotto Martin Lutero al distacco dalla Chiesa romana. Verso il 1521, su richiesta di un religioso, scrisse l’opera La purità del cuore, sublime itinerario di perfezione che ci comunica la sua straordinaria esperienza di vita. Vi leggiamo tra l’altro: «I guardiani della città sono i prelati che hanno il dovere della cura delle anime, che sono la bella città di Dio […] Questi prelati indiscreti sono sì guardiani delle mura cerimoniali ma non delle mura dei buoni e santi costumi. Guai a tali prelati che dissipano il gregge del Signore!», ma la conclusione fa di Camilla Battista un’illuminata amante della Chiesa della quale brama la “renovazione” suggerendone il mezzo: «Dio, con somma e stabile provvidenza, lascia che avvengano queste cose che non tocca a noi poveri uomini giudicare. Non per questo dobbiamo smettere di onorare tali prelati, anzi dobbiamo frequentemente pregare per loro […] e l’orazione per loro tornerà a beneficio proprio».
Camilla Battista, che aveva ardentemente desiderato di morire per essere con Cristo, fu accolta nella gloria di Dio il 31 maggio 1524 durante un’epidemia di peste.
Riconosciuto da Gregorio XVI nel 1843 il culto ininterrotto a lei attribuito, nel 1891 Leone XIII approvò gli atti del processo che, in vista della canonizzazione, si era svolto presso la Curia Arcivescovile di Camerino e nel 1893 approvò i suoi scritti. Benedetto XVI l’ha canonizzata il 17 ottobre 2010.

Autore: Silvano Bracci
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Figlia del principe Giulio Cesare Da Varano, signore di Camerino, sostenitore delle arti, abile nelle armi, buon diplomatico, generoso con il popolo, vendicativo con i nemici e dedito alle avventure sentimentali.
Il principe a vent’anni si era sposato con la dodicenne Giovanna, figlia di Sigismondo Malatesta di Rimini, dalla quale ebbe successivamente tre figli, ma come già detto, non disdegnando altri legami amorosi, aveva avuto altri cinque figli illegittimi, i quali comunque furono educati a corte insieme agli altri tre.
Ed è dall’unione con la nobildonna Cecchina di Mastro Giacomo che nacque Camilla il 9 aprile 1458, primogenita di tutti i figli. Cresciuta ed educata nel palazzo paterno, essa assimilò anche lo spirito guerriero del padre, dedicando il suo tempo alle gioie giovanili come suonare, ballare, cantare e fare pazzie, così come lo racconta lei stessa nella sua autobiografia.
Aveva da bambina fatto un voto, dopo aver ascoltato una predica del francescano Domenico da Leonessa, ed era quello di versare una lacrima ogni venerdì in ricordo della Passione di Gesù. Ma questo voto mal si conciliava con la vita frivola e gioiosa che conduceva, perciò quando non le riusciva di versarla, ci rimaneva male per tutta la settimana, ma poi crescendo e leggendo libri spirituali, tale pratica le riuscì facilmente, tanto da essere punzecchiata dall’ironia degli altri.
Diciottenne pensò di ritirarsi a vita religiosa, ma in lei si accese una lotta, perché si sentiva attratta anche dalla vita gaudente e mondana, ma passate e vinte le tentazioni, decise per il chiostro. Qui sorsero però le difficoltà da parte del padre, il quale negò con caparbietà l’assenso, Camilla si ammalò per sette mesi, non accettando la volontà paterna che la osteggiava in ogni modo.
Passarono così due anni, ricevendo anche visioni celestiali, perché aveva ormai raggiunto una maturità e intensità spirituale verso Cristo; alla fine il principe acconsentì e il 14 novembre 1481, poté vestire l’abito francescano nel monastero di s. Chiara di Urbino, prendendo il nome di suor Battista. Il principe suo padre non si arrese alla lontananza e dopo aver comprato il monastero degli Olivetani, vicino Camerino, lo donò alle autorità francescane per farne un convento di clarisse, il cui nucleo doveva venire da Urbino.
Suor Battista fu una delle nove suore prescelte e il 4 gennaio 1484, sotto una grossa nevicata, fecero il loro ingresso con il concorso del popolo e di tutta la corte del principe.
Seguirono anni di grande misticismo, la Passione di Cristo continuò ad essere il suo punto di riferimento, specie sui dolori del suo Cuore umano-divino, i suoi elevati pensieri mistici, li scrisse in un libro “I dolori mentali di Gesù nella sua passione”, che divenne la guida per le meditazioni di futuri grandi santi.
Nei 1502 Cesare Borgia, chiamato ‘duca Valentino’, nell’intento di unificare l’intero territorio pontificio sotto il governo del papa Alessandro VI, suo padre, attaccava con la forza quelle Signorie locali, che non si sottomettevano volontariamente.
Il principe Da Varano mise al sicuro il figlio minore a Venezia con le donne, mentre con gli altri figli organizzava la resistenza di Camerino. Suor Battista, insieme ad un’altra consorella di nobile casato, dovette fuggire prima a Fermo e poi nel Regno di Napoli ad Atri, lì le raggiunsero le notizie che Cesare Borgia aveva fatto strangolare il padre a Pergola e il giorno dopo i suoi fratelli Annibale, Pirro e Venanzio nella rocca di Cattolica.
Passata la bufera dei Borgia al potere, suor Battista ritornò a Camerino, in cui era stata ripristinata la Signoria Da Varano con il giovane fratello Giovanni Maria e lì rimase fino alla morte come badessa, divenendo un punto di riferimento per tutti, autorità civili e religiose ed elevandosi sempre più nell’unione intima con Dio.
Camilla Battista morì a Camerino il 31 maggio 1524, durante un’epidemia di peste, i funerali si svolsero nel cortile del palazzo paterno..
Papa Gregorio XVI ne ha riconosciuto il culto e il titolo di beata il 7 aprile 1843, Benedetto XVI l’ha iscritta nel canone dei santi il 17 ottobre 2010.
 

 Autore: Antonio Borrelli
_______________________
Aggiunto il 2010-03-20





Saint Camilla Battista Varani
Also known as
Battista Varano
Camilla da Varano

Memorial
31 May


Profile
Born to the wealthy nobility; her father was the prince of Camerino, Italy. Camilla early felt a call to the religious life, which her family initially opposed, hoping for a good marriage for her. She became a Poor Clare nun in Urbino, Italy at age 23. Abbess of the convent of Santa Maria Nuova at Camarino, Italy which her father had restored for her. In 1502 her father and brothers were all killed for political reasons. In 1505, Pope Julius II sent her to found a Poor Clare convent in Fermo, Italy. In 1521 she helped institute the rule of the Poor Clares in San Severino Marche, Italy. Visionary; the visions of angels helped her understand several theological concepts. Stigmatist.

Born
9 April 1458 in Camerino, Macerata, Italy


Died
31 May 1524 in Camerino, Macerata, Italy of natural causes
interred in the Poor Clare monastery in Camerino


Beatified
7 April 1843 by Pope Gregory XVI (cultus confirmed)
19 December 2005 by Pope Benedict XVI (decree of heroic virtues)


Canonized
17 October 2010 Pope Benedict XVI


Additional Information
Book of Saints, by the Monks of Ramsgate
Catholic Encyclopedia
Dictionary of Saintly Women
For All The Saints, by Katherine Rabenstein
Hagiography Circle
Monastero Santa Chiara
Our Sunday Visitor’s Encyclopedia of Saints, by Matthew Bunson, Margaret Bunson, and Stephen Bunson
Wikipedia


Works
Praises of the Visions of Christ, 1479 – 1481
Remembrances of Jesus, 1483
Treatise on the Mental Sufferings of Jesus Christ our Lord, 1488
The Spiritual Life, 1491


Readings
Two angels came to me, dressed in resplendent white garments which I have seen only worn by Jesus. They had wings of gold. One of them took my soul from the right side, the other from the left side, and they elevated it in the air, laying it down near the crucified feet of the Son of God made Man. This state lasted about two months almost continually; I seem to walk, to speak, and do what I wished, deprived however of my soul. It remained there where the two Angels had placed it but they never abandoned it. They (the celestial spirits) declare to me that they were so intimate with God that God is not ever separated from them. They also explained to me that the Seraphim were likewise united to the Cherubim in that none of them could ever go without the other to a soul.
- from The Spiritual Life by Saint Camilla

MLA Citation
“Saint Camilla Battista Varani”. Saints.SQPN.com. 13 October 2010. Web. {today’s date}.

 

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Poor Clares
 Also known as the Poor Ladies, the Sisters of Saint Clare, and the Second Order of Saint Francis. Founded in 1212 at the convent of San Damiano, Assisi, Italy by Saint Clare of Assisi under the direction of Saint Francis of Assisi, who charged the community to live according to the gospel counsels. Following the example of Saint Clare, groups of women banded together in various cities, and Cardinal Ugolino, Bishop of Ostia (later Pope Gregory IX), drew up a rule for them based on that of Saint Benedict. The privilege of absolute poverty for the community as well as for individuals of the order had been granted by Pope Innocent III at the request of the foundress. Pope Gregory IX also conferred this privilege in 1228, though several convents accepted the permission of the pope to retain possessions; thus two observances arose among the followers of Saint Clare. Reference to the rule of Saint Francis instead of to that of Saint Benedict was inserted in the rule of the order under Pope Innocent IV. Pope Urban IV placed the society under a cardinal protector. The congregation spread throughout Europe, many convents holding property in the name of the community. Saint Colette carried on a reform within the order, emphasizing its original spirit of poverty; followers of her reform were known as Collettine sisters. The life is one of mortification, prayer, and meditation. Originally solely a contemplative order, in 1804 a change was made in its rule permitting the religious to take part in active work. The Order has houses in Italy, Corsica, Palestine, Prussia, Bavaria, Holland, Belgium, Ireland, England, France, Spain, Peru, Colombia, Ecuador, Bolivia, Argentina, Brazil, Mexico, Canada, and the United States. Poor Clares profiled at this site include:

Agnes of Assisi
Agnes of Prague
Amata of Assisi
Antonia of Florence
Camilla Battista Varani
Catherine of Bologna
Clare of Assisi
Collette of Corbie
Cunegundis of Hungary
Eustochia Calafato
Helen Enselmini
Helen of Poland
Isabella of France
Louise of Savoy
Margaret of Lorraine
Margaret Colonna
Maria Angela Astorch
Maria Crucified Satellico
Mary Magdalena Bentivoglio
Philippa Mareria
Serafina Sforza
Veronica Giuliani


New Catholic Dictionary


 

 



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