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10월9일 가경자 비오 12세 교황

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유화정 [wjyou57] 쪽지 캡슐

2012-05-07 ㅣ No.2100



축일 10월9일
가경자 비오 12세 교황, OFS
Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli) Papa.  
Roma, 2 marzo 1876 - Roma, 9 ottobre 1958
(Papa dal 12/03/1939 al 09/10/1958)
Papa Benedetto XVI lo ha dichiarato "Venerabile" il 19 dicembre 2009.

Ordo Franciscanus Saecularis




  Pius 12세(1876∼1958). 교황(재위 : 1939∼1958). 1876년 로마 출생. 1899년 서품
.
  1901년부터 바티칸 국무성에서 근무, 여러 요직을 거쳐 1930년 비오 11세에 의해 추기경 및 국무장관으로 임명되었다. 교황 사절로 부에노스아이레스, 미국 및 유럽의 성체대회에 참가. 국무장관의 해외여행이라는 전례를 남기기도 하였다. 




  선임 비오 11세의 비공식적 요망이 실현되어 1939년의 콘클라베에세 교황으로 선출되어 2차 대전과 격동의 시기에 재위했는데 초기에는 교회의 내적 문제에서 쇄신의 요구에 응하여 그리스도의 신비적 육체인 교회 안에서의 일치를 강조하는 교서 (1943), 가톨릭 교회 내의 성서 연구의 열을 높인 교서 (1943), 전례 운동에 지지를 보내는 (1947) 등을 발표하였다. 그러나 가톨릭 신학계의 새로운 경향을 비난한 (1950) 등 보수주의적 경향을 보였다. 



  또한 성모몽소승천(聖母蒙召昇天)의 교리 발표(1950년), 바티칸 지하의 베드로 사도의 묘 발굴, 선임 교황들을 비롯한 33명의 시성, 성주간의 전례 개혁, 세계 각처의 많은 수의 추기경 증원(1946년 32명, 1953년 24명) 등 많은 일을 하였다. 



  2차대전 때 나치의 잔학 행위에 대한 그의 '침묵'은 비난의 대상이 되기도 하였지만, 전쟁의 종결, 그리고 특히 난민과 죄수를 위해 노력, 교황청 원조위원회(P.C.A.) 등을 통해 많은 구호사업을 폈다.
(가톨릭대사전에서)

[ICON] 성모안식.성모승천. 노브고로드화파.17세기.러시아

동정녀의 죽음 이콘은 정교회의 신앙을 위한 두개의 구별을-그러나 분리시킬 수 없는 요소들인-안고 있다.
그것은 마리아의 죽음과 장례,그녀의 부활과 승천이다. 신비스럽게 사방으로부터
그녀의 주위로 불리운 열두 사도들의 중앙에 그녀의 임종의 자리가 보인다.
그 많은 사람들 안에 눈에 띄는 주교들도 또한 나타난다. 

중앙에는 형태는 항상 자신의 양팔에 그의 어머니의 영혼을 받아들고 있는 부활한 그리스도가 있다.
즉 케루빔과 세라핌에 둘러 싸인 그리스도가
당신 어머니의 영혼(하얀 수의에 싸인듯한 자그마한)을
안고 하늘로 오르고 계시다.

그리고 그 상부에는 천상영광을 누리고 계시는 성모가 그려져있다.
그리고 그 주위에는 성모님이 임종하실 때 세상 여러 곳에서 선교하시던 사도들을
천사들이 구름에 태워 모시고 왔다는 전설을 묘사한 것이다.

여기에서 요점은 마리아가 참으로 하느님의 어머니(테오토코스)셨으며
단지 인간 예수의 어머니(크리스토토코스)만이 아니시라는
에페소공의회(AD431)에서채택된 논의를 보여준다.
*이콘.신비의 미(장긍선신부편저)에서...


◆ 성모몽소승천축일 ◆  한자  聖母蒙召昇天祝日 
[관련단어] 성모승천대축일   출처 : [가톨릭대사전]  
   성모승천 축일의 옛말. ⇒ 성모승천대축일 

◆ 성모승천대축일 ◆        한자  聖母昇天大祝日 
라틴어  Sollemnitas in Assumptione B.M.V.  영어  Solemnity of Assumption of Mary 
[관련단어] 성모축일   출처 : [가톨릭대사전] 
 
   성모 마리아가 지상에서의 생활을 마친 후 영혼과 육신이 함께 하늘로 올라갔음을 기념하는 축일로 마리아께 바쳐진 초대 교회시대의 교회 하나가 예루살렘에서 헌당식(獻堂式)을 행한(5세기) 날에 지켜졌다. 
  성모 승천은 초기 교부들의 가르침으로 일찍부터 그리스도교 신자들은 이를 믿어 왔으며 1950년 11월 1일, 교황 비오 12세는 이를 믿는 교리로 반포하였다. "원죄가 없으시고 평생 동정이신 하느님의 어머니, 마리아는 현세생활을 마친 후 육신과 영혼이 함께 하늘로 올라가 영광을 입으셨다는 것을 믿을 교리로 밝히고 이를 선언하는 바이다"(비오 12세의 사도헌장, Munificentissimus Deus). 
  성모 승천은 비록 성서에 기록된 것은 아니지만 초대 교회부터 내려오는 믿을 만한 전승(傳承)과 구세사(救世史)에 있어서 성모의 역할, 성모와 그리스도와의 관계, 교회 안에서의 성모의 위치 등으로 받아들여진 신학적 결론이다. 즉 마리아가 하느님의 어머니이며 하느님은 성자를 잉태하여 생명의 창조주를 낳으신 마리아의 육체에 무덤의 부패를 면하게 하신 것이다.
  승천에 대한 최초의 전례적 축일의 날짜와 장소는 명확하지 않으나, 3-4세기부터 순교자나 성인들을 그들의 사망일에 기념하는 사상에 부응하여 4세기 중엽의 '복되신 동정녀 기념일'이 성모의 죽음과 승천의 축일로 받아들여진 듯하다. 6세기경에는 그 명칭이 'Dormitio'(도르미시오, 일시적인 잠에 떨어짐)로 불렀으며 마우리치우스(Mauricius) 황제(재위 : 582-602)에 의해 8월 15일로 정해진 듯하다.
   7세기에 동방교회에서 일반적으로 지켜져 서방으로 전해졌으며 8세기에 8월 15일로 날짜가 확정되고 명칭도 'Dormitio'에서 '마리아의 승천'으로 변화되었다. 이후 이 날은 마리아 축일 중의 하나가 되었다. 한국에서 이날은 의무축일로 지켜지고 있다. (⇒) 성모축일

 [ICON]The Dormition. Late 12th century.
155 x 128. From the Dormition Church of the Desyatinny Monastery near Novgorod.
The Tretyakov Gallery, Moscow, Russia. 

1854년 복자 교황 비오 9세에 의해 원죄없는 잉태 교리가 반포되었으며,
1950년 11월 1일 가경자 교황 비오 12세는 성모승천 교리를 정식으로 정의하고 선포하였다 

"원죄 없으신 천주의 모친 평생 동정 마리아께서 지상생활을 마치신 후에
영혼과 육신을 갖고서 천상 영광에로 올림을 받으셨다는 것은

하느님으로부터 계시된 교리임을 선언하고 선포하며 정의 하는 바이다."

제 2차 바티칸 공의회도
"예수의 모친은 천상에서 이미 영혼과 육신으로 영광을 누리고 계심으로써,

후세에 완성될 교회의 모상이며 시작이 되신다"(교회헌장 68항)고 하면서
마리아께서 받으신 특권과 각별한 은총을 재확인 하였다.
 

성모 승천은 인간 구원에 대한 보편적 확인이며 보증입니다.
성모 승천은 구원과 부활, 그리고 미래의 영광을 앞당겨 체험케 하는 하나의 표지인 것입니다.
성모마리아는 구원과 영광의 표지입니다.
하느님의 경이에 대해 깊이 관조했던 성모 마리아처럼
기도와 묵상 안에서
주님의 지혜와 진리에 마음을 활짝 여십시요.

* 원죄없이 잉태되신 복되신 동정마리아 대축일 : 12월8일
* 성모 승천 대축일 : 8월15일,



* 참고
  교회의 역사에서 19세기 중엽부터 20세기까지 100여년 동안 7명의 역대 교황 모두가 계속해서 재속 프란치스꼬 회원이었다는데 놀라움이 있다.
1) 복자 비오 9세(1846-1878)축일2월7일, 2)레오 13세(1878-1903), 3)성 비오 10세(1903-1914)축일8월21일, 4) 베네딕또 15세(1914-1922), 5) 비오 11세(1922-1939),  6)가경자 비오 12세(1939-1958)10월9일, 7) 복자 요한 23세(1958-1963) 축일10월11일(6월3일), 8)하느님의 종 바오로 6세(1963-1978)축일 8월6일
- 김용철OFM.,재속프란치스꼬회 회칙 비교 연구,가톨릭대학교대학원 석사학위 논문,1996,108-109쪽 주석 205번에서


















































































































Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli) Papa.  
Roma, 2 marzo 1876 - Roma, 9 ottobre 1958

(Papa dal 12/03/1939 al 09/10/1958)
Nato a Roma, fu eletto Papa in un conclave durato soltanto un giorno. I primi anni del suo pontificato furono segnati dallo scoppio della seconda guerra mondiale, e a niente valsero i suoi sforzi e i suoi numerosi appelli. La guerra non gli impedì di pubblicare alcune importanti encicliche, tra cui la "Mystici corporis Christi", dove spiegava la natura della Chiesa come corpo Mistico di Cristo, e la "Divino afflante Spiritu", con la quale permetteva l'uso dei modderni metodi storici di analisi nell'esegesi della Sacra Scrittura. Fedele devoto della Madonna, proclamò nel 1950 il dogma dell'Assunzione in cielo di Maria. Due questioni relative al suo pontifiacto restano oggetto di discussioni, talora vivaci: la chiusura verso alcune nuove correnti teologiche e soprattutto il suo presunto silenzio davanti al genocidio ebraico nazista.

Torino è appena stata segnata dalla guerra tra le fazioni di Madama Cristina e dei cognati Tommaso e Maurizio di Savoia, sostenute rispettivamente da francesi e spagnoli. Infine, un accordo tra Madama e prìncipi è riuscito a salvare la dinastia dei Savoia e lo Stato.
La sera del 2 marzo 1939, impartita la prima benedizione a Roma e al mondo, dopo l’elezione al Sommo Pontificato, il volto nascosto tra le mani, Pio XII prese a singhiozzare a lungo. Ora, chiamato a essere il suo Vicario sulla terra, sapeva che gli toccava essere assolutamente conforme a Gesù, a Gesù Crocifisso.
Che cosa poteva fare altro che piangere di dolore e di amore indicibile per Lui? Le lacrime e il sangue della Passione di Gesù gli sarebbero rimaste sempre in fondo al cuore, in un’offerta di sé senza limiti, fino al culmine del sacrificio. Proprio come Gesù che, compiuta la sua immolazione salvifica a pro degli uomini, ancora gli erano riservati il disprezzo e l’insulto. Davanti a questo urge che noi mettiamo sempre più in chiaro l’ammirabile irradiazione di luce e il servizio di amore che Pio XII ha realizzato per tutti, sino alla sua ora, il 9 ottobre 1958.

Irresistibile

Certamente un Papa come lui è stato autorevolissimo per il suo risalire contro corrente, per il culto costante della Verità e della Giustizia. “Capi di Stato e Ambasciatori – scrive Mons. Paganuzzi – sanno perfettamente quanto fosse difficile resistere alle sue decisioni: nessuna persona, nessuna dignità poteva arrestarle o mutarle, quando esse coinvolgevano la causa di Dio”.
E ancora:
“Apostolo infaticabile della pace, guidò in guerra, con infinita carità l’attività della Santa Sede; il suo nome, la sua parola, la sua persona, le sue benedizioni e le sue minacce sensibilizzarono sull’arco immenso della enorme guerra, l’intervento più coraggioso, più massiccio che il cattolicesimo abbia mai tentato nelle tragedie umane.
Dalle città ai deserti, dai fronti di guerra ai campi di prigionia, fu presente al dolore del mondo, dei popoli, delle famiglie, dei singoli. Creò per il Magistero della Chiesa un diritto di presenza in tutte le sfumature, in tutte le pieghe, in cui si snoda la vita umana. Con lui, il Papato ottenne un primato indiscusso” (Pro Papa Pio, Omicron, Roma 1998, pp. 18-19).
È evidente che la vicenda biografica di Eugenio Pacelli, consacrato Vescovo il 13 maggio 1917 e posto sul candelabro come Nunzio Apostolico prima a Monaco e poi a Berlino, smentisce nel modo più assoluto qualsiasi cedimento da parte sua alle moderne ideologie dell’odio, della razza, dei senza Dio di ogni risma.

Il drago e l’Arcangelo

Nel tempo in cui Mons. Pacelli si trovava a Monaco, in una birreria della medesima città, Hitler esponeva 25 tesi, un vero invito alle furie a far ritorno nel nostro pianeta. Il Nunzio non fece altro che ripetere ai cattolici tedeschi, come già nell’estate 1921: “Mai più di oggi, il mondo ha avuto bisogno di pace. Mai ha bramato così profondamente la pace sociale tra le varie classi e le varie condizioni”. Iniziava così, quella che Nazareno Padellaro ha definito la lotta tra il drago e l’Arcangelo. Trasferitosi a Berlino nel luglio 1925, tutti coloro che avvicinarono Mons. Pacelli, s’accorsero che egli visibilmente imitava un modello, Gesù, verso cui, da 2000 anni siamo irresistibilmente attratti.
A Berlino, apparve chiaro anche ai non credenti che l’ombra di quel giovane Vescovo, dolce, distinto e austero, era luce di Cristo. Anche Hindemburg non sapeva sottrarsi a quell’aura sacra che il Nunzio creava attorno a sé: l’uomo di stato avvertiva che Mons. Pacelli aveva familiarità con il divino, con cui prima o poi tutti siamo chiamati a fare i conti.
A Fulda, parlando di San Bonifacio, l’evangelizzatore della Germania, Mons. Pacelli, affermò che “egli stava dinanzi ai cristiani come esempio vivente della divinità della Chiesa”. Lo stesso potevano dire di Lui coloro che lo incontravano. Dopo che nel dicembre 1924, Hitler lasciò la fortezza di Landsberg per imporsi alla Germania fino ad afferrare il potere nel 1933, scoprì che una mano di colore alla propria anima sarebbe servita ad intrappolare amici e nemici. Questo camouflage di Hitler è proprio ciò che rivela a Mons. Pacelli che l’uomo aveva scelto la tattica dell’insidia e del travestimento.
Nei 44 discorsi pronunciati da Nunzio in terra tedesca dal 1917 al 1929, almeno 40 sono testi anti nazisti. Ogni qualvolta Mons. Pacelli prende la parola, ha un duplice sguardo: uno vicino per l’argomento, e l’altro lontano per il pericolo che corre il messaggio cristiano. Hitler dice: germanesimo; Pacelli dice: amore a Dio e all’umanità. Hitler dice: odio di razza; Pacelli risponde: amore di fratelli a fratelli. Hitler aizza l’aggressività germanica; Pacelli predica sempre la pace opus iustitiae, come è scritto nel suo stemma.
Si raffrontino alcuni passi del Mein Kampf di Hitler, precisamente quelli del 2° capitolo del tomo secondo, sulla formazione della gioventù, con tre discorsi (maggio e settembre 1928, febbraio 1929), che il Nunzio dedica allo stesso argomento.
Per Hitler i giovani sono puledri da scatenare, per Pacelli sono anime ancora incontaminate da educare alla statura di Gesù Cristo. Il nazismo predica la salus ariana, a cui Pacelli ribatte con la salus in Christo Jesu. Pacelli percorre la Germania da un capo all’altro per evidenziare la sua Tradizione cristiana che mostrerà con la purissima armonia delle sue linee, in contrasto con la sconcia e deforme costruzione del nuovo paganesimo della svastica.
Quando Hitler metteva sui problemi sociali e politici gli accenti falsi del super-uomo, Pacelli riaffermava la supremazia assoluta della Legge di Dio, quale dispensatrice di giustizia. A Dortmund, dopo aver visitato le acciaierie Hoesch e aver indossato la tuta del minatore ed esser disceso nella miniera di Gelsenkirchen, il 1° settembre 1927, dinanzi a migliaia di operai, parla della dottrina sociale cristiana, liberando lo spazio mentale dalle tenebre che le forme naziste venivano occupando (Padellaro, Pio XII, Saie, Torino, 1958).

Nessuno l’ha fatto tacere

Un pensiero angoscioso turbava il Nunzio alla sua partenza dalla Germania nel dicembre 1929, per ricevere la porpora cardinalizia a prendere il posto di Segretario di Stato cui Papa Pio XI lo chiamava: il continuo progredire del nazismo. Come era stato perspicace già allora nel giudicare Hitler e quante volte aveva messo in guardia il popolo tedesco dal tremendo pericolo che lo minacciava. Ma non gli vollero credere!
A chi in quei giorni gli domandò il suo parere su Hitler, rispose:
“Quest’uomo è completamente invasato; tutto ciò che non gli serve lo distrugge; quest’uomo è capace di calpestare i cadaveri e di eliminare tutto ciò che gli è di ostacolo. Non riesco a capire come tanti in Germania non lo comprendano e non sappiano trarre insegnamento da ciò che scrive e dice. Chi di questi ha almeno letto il suo raccapricciante libro Mein Kampf?”.
Verrà il giorno in cui scenderà a Roma uno di coloro che si erano fidati di Hitler e dovrà riconoscere:
“Quanta miseria morale e quanta vergogna sarebbero state risparmiate a noi e al mondo, se allora avessimo dato retta al Nunzio Pacelli” (P. Lehert, Il privilegio di servirlo, Rusconi, Milano, 1984).
È noto quanto il Card. Pacelli, da Segretario di Stato, operò in difesa della Fede e in difesa dell’uomo, a cominciare dai più indifesi, non solo con l’enciclica Mit brennender sorge (1937), di cui egli è l’ispiratore, ma con l’appoggio appassionato che dava, e diventato Papa, ancor più darà all’opera dei grandi Pastori della Germania cattolica: il Card. Faulhaber di Monaco e gli Arcivescovi Von Preysing di Berlino e Von Galen di Münster, veri titani della resistenza cattolica al nazismo, forti soltanto dei diritti di Dio e della Verità, orgogliosi e fedeli esecutori delle direttive del loro grande Pontefice e amico.
Lo ha messo in luce ancora una volta Pierre Blet, oltre che con il libro Pio XII e la Seconda guerra mondiale (San Paolo, Alba, 1997), anche con l’articolo Pio XII e il Terzo Reich (La Civiltà Cattolica, 3650, 20 luglio 2002, pp. 117-131), che conferma la giustezza della linea cui Pio XII si attenne davanti agli orrori del nazismo.
Eletto alla cattedra di Pietro, pubblicando la sua prima enciclica Summi Pontificatus (20 ottobre 1939), egli vide le tenebre più nere calare sulla terra, come nel venerdì in cui Gesù fu tolto di mezzo sulla croce. Le tenebre erano il nazismo, il comunismo e ogni ideologia che proclama la morte di Dio, facendovi seguire subito dopo la morte dell’uomo.
Così da quel giorno della sua elezione, i suoi interventi nella immane tragedia non si contarono più. Nel radio messaggio del Natale 1942, denunciò il genocidio in atto nei confronti di innumerevoli vittime che senza colpa, per “ragioni di nazionalità e di stirpe (l’allusione è chiarissima agli Ebrei) sono destinate alla morte o a un progressivo deterioramento”.
Mai nessuno lo fece tacere, Gli stessi Ebrei, per la voce di uomini autorevolissimi, riconobbero la sua azione a loro favore oltre ogni limite umano. Non poteva fare di più. Si pensa che abbia fatto salvare circa un milione di Ebrei. Il Rabbino David Dalin ha recentemente affermato:
“Nessun Papa è stato così ampiamente lodato dagli Ebrei e coloro che lo hanno lodato non si erano sbagliati. La loro gratitudine, come quella dell’intera generazione dei sopravvissuti all’olocausto, testimonia che Pio XII era genuinamente e profondamente un giusto delle nazioni” (A. Tornielli, Pio XII, il Papa degli Ebrei, Piemme Casale, 2001).
Così lo giudicano i puri di cuore che conoscono bene l’uomo e vedono Dio, secondo l’evangelica beatitudine, i quali di Pio XII possono solo dire che orbis terrarum sidus, omnium gentium tutamen doctor optimus, Ecclesiae sanctae lumen.
Attendiamo l’ora della sua glorificazione anche su questa terra: non solo giusto delle nazioni, come propone il Rabbino Dalin, ma santo e dottore della Chiesa: al più presto.

Autore: Paolo Risso

 
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Pastore Angelico, questo è il titolo che si è meritato in vita e che nessuno potrà mai contestargli. Eugenio Pacelli nacque a Roma il 2 marzo 1876 da una nobile famiglia i cui appartenenti da due generazioni erano al servizio della Chiesa, il padre decano degli avvocati concistoriali, il nonno co-fondatore dell’Osservatore Romano. E dalla nobiltà della famiglia prese i tratti sia fisici che interiori, negli atteggiamenti, nella scrupolosa esattezza dei suoi atti; primeggiò negli studi, apprezzato dai compagni di studio e professori per la sua mitezza e bontà, fu esonerato dall’esame finale della licenza liceale per l’alta media riportata in tutte le materie, il titolo gli fu concesso ‘ad honorem’ con una medaglia d’oro.
Frequentò il Collegio Capranica, la Pontificia Università Gregoriana, l’Ateneo Pontificio di S. Apollinare, l’Università Statale; si laureò in teologia, in diritto “utroque iure”, si specializzò in Diritto Canonico, Sacra Scrittura, Patrologia, Vita della Chiesa e Storia Ecclesiastica, si può ben dire che da giovane seminarista e poi novello sacerdote nel 1899, era già un pozzo di scienza.
Il cardinale vicario di Roma conoscendo le sue doti, ritenne opportuno introdurlo nella Curia Romana nella Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, iniziò così nel 1901 quella carriera nella Curia pontificia che lo vedrà salire da minutante della Segreteria fino alla carica di Segretario di Stato per divenire poi papa, caso quasi unico di un ecclesiastico della Chiesa cattolica che trascorre tutta la sua vita nell’amministrazione e nella diplomazia vaticana per diventare papa senza aver avuto un’esperienza di tipo pastorale in qualche parrocchia o diocesi.
Lavorò in varie Congregazioni, commissioni ecclesiastiche, direttore spirituale di varie Associazioni, rappresentante della Santa Sede in varie missioni all’estero, lavorò per i papi Leone XIII, Pio X, Benedetto XV che nel 1917 lo consacrerà vescovo, Pio XI.
E nel 1917 fu inviato per la prima volta come Nunzio apostolico in Baviera, qui fu l’artefice fino al dicembre 1929 di un intensa attività diplomatica passando dalla Baviera alla Prussia, a Berlino presso il kaiser Guglielmo II e poi con la nuova Repubblica Tedesca; fu l’artefice dei Concordati stipulati fra la Santa Sede e la Baviera e poi con la Prussia, Land più protestante e potente della Germania.
Questo periodo di Nunzio coincise con il dopoguerra della 1ª Guerra Mondiale, che lo vide protagonista di aiuti alla popolazione più povera delle città tedesche, dovette affrontare le turbolenze violente di bande che si scagliavano anche contro la Chiesa, una di queste bande di fanatici assalì anche la Nunziatura puntandogli addosso le pistole.
I risultati raggiunti in quest’opera diplomatica dovuti ad una sua immensa rettitudine, accompagnata da signorilità, intelligenza e cultura, gli procurarono da parte di papa Ratti, Pio XI, il cappello cardinalizio e la carica di Segretario di Stato succedendo al cardinale Gasparri suo precedente maestro e superiore nella Curia romana.
Lasciò quindi la Germania nel dicembre 1929 dopo dodici anni di Nunziatura e iniziò a Roma il 7 febbraio 1930 il suo compito di massimo responsabile della Segreteria di Stato; la situazione mondiale non era per niente tranquillizzante; il Messico era al centro di un anticlericalismo di tipo massonico, in Italia sorgeva il fascismo, a Berlino sorgeva un totalitarismo che avrebbe portato al nazismo, vi era una dittatura materialistica in Unione Sovietica.
La sua opera si esplicò in una politica tendente ad evitare fratture e persecuzioni e nel contempo difendendo i valori spirituali e morali cristiani, salvaguardando i diritti della Chiesa e dell’umanità. Il 29 luglio 1933 firmò il Concordato con il Reich, estendendo le clausole dei precedenti Concordati con le singole Nazioni germaniche a tutto il territorio tedesco. Inviò, come Segretario di Stato ben sessanta note diplomatiche a Berlino a difesa dei diritti della Chiesa e dei diritti umani contro la politica dittatoriale del nazismo.
Visse insieme al papa Pio XI i tormenti di quell’epoca inquieta, mentre si usciva dalla persecuzione anticattolica del Messico, in Spagna dilagava una guerra civile con larga persecuzione religiosa, le vittime cattoliche erano migliaia; il comunismo cercava di estendersi in tante parti del mondo con le sue teorie ateistiche; collaborò alle encicliche allarmate sui movimenti ideologici in corso, che nel 1937, papa Pio XI promulgò, le “Mit brennender Sorge” e “Divini Redemptoris”.
Defunto quasi improvvisamente il papa, il cardinale Eugenio Pacelli venne eletto suo successore con il nome di Pio XII in un conclave brevissimo il 2 marzo 1939, quando sul mondo si addensavano le nubi della follia umana che porterà alla Seconda guerra mondiale. Impossibilitato a bloccarla, si adoperò per alleviare in qualche modo i disastrosi effetti sui popoli, istituì la P.O.A. (Pontificia Opera Assistenza) che proseguirà la sua attività per molti anni anche nel dopoguerra; l’Ufficio Informazioni Vaticane, che cercò di ritrovare o sapere della sorte di 11 milioni di persone coinvolte nel disastro mondiale, lanciò celebri messaggi natalizi radiofonici alle Nazioni in guerra esortandole alla pace.
La necessità di evitare ulteriori rappresaglie lo trattenne da una azione antinazista aperta, ma nel segreto egli operò tramite le sue Organizzazioni ad un capillare aiuto ai perseguitati delle leggi antirazziali, in particolare di circa 860.000 ebrei, come si può riscontrare dalle note degli Archivi Vaticani. Certamente tutto questo gli procurò angoscia, con la sola consolazione di aver risparmiato con il suo agire un numero grande di vittime.
Purtroppo negli anni a venire questo suo apparente silenzio gli verrà contestato da varie parti, in una campagna denigratoria sul suo operato, in quel tragico momento storico. Tentò invano di far dichiarare Roma ‘città aperta’ per risparmiarle quei bombardamenti che gli Alleati comunque le inflissero.
Nel dopoguerra lo vediamo artefice di un’opposizione e condanna del comunismo ateo dilagante ed oppressivo, in particolare nell’Europa dell’Est ed Estremo Oriente che aveva determinato la cosiddetta ‘Chiesa del Silenzio’, con persecuzioni, deportazioni e carcere per fedeli e clero cattolico.
La sua alta cultura, la conoscenza di più lingue, gli permisero di indirizzare più di 300 discorsi a Congressisti riuniti a convegni sulle più disparate scienze; scrisse 40 encicliche; promulgò nel 1954 l’Anno Mariano, proclamò nel 1950 durante l’Anno Santo, il Dogma dell’Assunzione di Maria.
I suoi discorsi e radiomessaggi sono raccolti in venti volumi a testimonianza di un immane opera di sensibilità al mondo moderno; fece eseguire gli arditi lavori archeologici sotto l’altare maggiore della Basilica di S. Pietro per portare alla luce le reliquie dell’Apostolo.
Resse la Chiesa con polso fermo prendendo decisioni anche impopolari come la non approvazione del movimento dei preti operai in Francia; dopo la morte del Segretario di Stato dell’epoca non lo sostituì, prendendo su di sé anche quest’incombenza che tenne fino alla morte.
Pio XII concluse la sua vita terrena il 9 ottobre 1958 nella residenza pontificia di Castelgandolfo, dopo quasi 20 anni di sofferto pontificato; è tumulato nelle Grotte Vaticane sotto la basilica, di fronte alla ritrovata tomba di s. Pietro.

Papa Benedetto XVI lo ha dichiarato "Venerabile" il 19 dicembre 2009.


Autore: Antonio Borrelli


Spunti bibliografici su Pio XII - Papa Pacelli a cura di LibreriadelSanto.it

Margherita Marchione, Pope Pius XII, Libreria Editrice Vaticana, 2010 - 336 pagine
Marchione Margherita, Papa Pio XII tra cronaca e agiografia, Libreria Editrice Vaticana, 2010 - 326 pagine
Xeres Saverio, Il sofferto silenzio di Pio XII, Vita e Pensiero Edizioni, 2010 - 100 pagine
Hesemann Michael, Pio XII. Il papa che si oppose a Hitler, Paoline Edizioni, 2009 - 344 pagine
Alexandra von Teuffenbach, Eugenio Pacelli. Pio XII tra storia..., Edizioni Art, 2009 - 368 pagine
Mattioli Vitaliano, L' eredità di Pio XII, Fede & Cultura, 2008 - 256 pagine
Pontificio Comitato di Scienze Storiche, Pio XII, Libreria Editrice Vaticana, 2008 - 240 pagine
Margherita Marchione, Pio XII. La Verita' ti Fara' Libero, Libreria Editrice Vaticana, 2008 - 144 pagine
Schad Martha, La signora del Sacro Palazzo: Suor Pascalina..., San Paolo Edizioni, 2008 - 284 pagine
Pio XII, Human generis, Amicizia Cristiana, 2008 - 64 pagine
Andrea Riccardi, Il "partito romano". Politica italiana..., Morcelliana Edizioni, 2007 - 352 pagine
Bernardi Eugenio, Il mese di maggio. Tracce di predicazione..., Cantagalli Edizioni, 2007 - 112 pagine
Falasca Stefania, Un vescovo contro Hitler. Von Galen, Pio XII..., San Paolo Edizioni, 2006 - 280 pagine
Bosco Teresio, Il grande Rabbino Israel-Eugenio Zoller e il..., Elledici, 2005 - 20 pagine
Kertzer David I., Prigioniero del Vaticano. Pio IX e lo..., Rizzoli, 2005 - 362 pagine
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Aggiunto il 2011-04-03
 



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