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8월24일(6월17일) 비알라르의 성녀 에밀리아 동정

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유화정 [wjyou57] 쪽지 캡슐

2012-05-01 ㅣ No.2096



축일 8월24일(6월17일)
비알라르의 성녀 에밀리아 동정, OFS
Sant' Emilia de Vialar
Gaillac, Tolosa, 12 settembre 1797 - Marsiglia, 24 agosto 1856
Saint Emily de Vialar
Also known as : Anne Marguerite Adelaide Emily de Vialar, Emilie de Vialar, Emilie de Vialard
Born : 12 September 1797 at Gaillace, Albi, southern France as Anne Marguerite Adelaide Emily de Vialar 
Died : 24 August 1856 at Marseilles, Bouches-du-Rhône, France of natural causes
Venerated : 19 March 1935 by Pope Pius XI (decree of heroic virtues)
Beatified : 18 June 1939 by Pope Pius XII
Canonized : 24 June 1951 by Pope Pius XII



   15세부터 30세까지 비알라르의 성녀 에밀리아(Aemilia)는 홀로 된 그녀의 부친을 도와 드리며, 자신이 태어난 프랑스 남부 랑그도크(Languedoc)의 게일락(Gaillac)에 있는 부친의 소유지에 살던 어린이들과 도움이 필요한 사람들을 돌보았다. 그 후 1832년에 막대한 유산을 물려받은 그녀는 그 돈으로 게일락에 집을 구입한 후부터 조직적인 방법으로 자선사업을 시작할 수 있었다.

   그녀를 도우려는 다른 지원자들이 들어오기 시작하자 성녀는 수녀회를 설립하였고, 1835년에는 알제리(Algeria)에 제2의 활동 기지를 세웠다. 그로부터 그녀의 사업은 날로 발전하였으나 알제리의 한 주교와의 분쟁으로 인하여 큰 공경에 빠지기도 하였다. 결국 1842년에 그 주교는 에밀리아 원장을 파문해 버렸다. 그녀는 끝까지 자신의 입장을 옹호하였지만 결국은 자신의 공동체와 함께 프랑스로 철수해야 했다.

   그 후 10여 년 동안 성녀 에밀리아 원장의 수도회는 예루살렘과 호주 등지를 포함하는 여러 나라로 퍼져나갔다. 이 수도회는 발현의 성 요셉 수녀회로 초창기에는 비록 알제리에서와 같은 불행한 일도 있었지만 잘 극복해 나갔다. 성녀 에밀리아는 매우 단호한 성격의 소유자로서 진정한 사랑의 영감을 받은 사람으로 널리 알려졌다. 1951년 교황 비오 12세(Pius XII)에 의해 거행된 시성식에서 성녀 에밀리아는 ‘현명하고 이해심 많으며 또 다정다감한’ 성품의 소유자로서 하느님을 전적으로 신뢰한 성녀로 인정받게 되었다.
(가톨릭홈에서)
 




 

 

 


Sant' Emilia de Vialar
24 agosto 
Gaillac, Tolosa, 12 settembre 1797 - Marsiglia, 24 agosto 1856


Nasce a Gaillac, in Francia, il 12 settembre 1797 da una famiglia aristocratica distintasi nella magistratura. A diciotto anni decide di servire il Vangelo dedicandosi ai poveri. Donna dal carattere estremamente forte, le sue attitudini corrispondono alle necessità per la Chiesa francese di riorganizzarsi dopo l'età napoleonica. Fa dono di tutti i suoi beni e della sua casa ai molti poveri e anziani della Parigi post rivoluzionaria. Costretta a lasciare l'Algeria, dove aveva aperto un ospedale, Emilia sceglie Marsiglia come sede di una congregazione rivolta alle missioni e fonda la congregazione delle Suore di san Giuseppe dell'Apparizione. Qui incontra l'appoggio del vescovo Eugenio de Mazenod, noto per la sua sensibilità e l'interesse per le terre extraeuropee. La capacità di lavoro, di relazioni e di dialogo si accompagnano in Emilia ad una profondità spirituale che le fa incontrare il Signore: in mezzo alle preoccupazioni, ai viaggi faticosi, non perde mai il contatto con il divino. Muore a 59 anni il 24 giugno 1856. Pio XII la canonizza nel 1951. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Marsiglia in Francia, santa Emilia de Vialar, vergine, che, dedita alla diffusione del Vangelo in regioni lontane, istituì la Congregazione delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione e la diffuse con dedizione.


Sua madre muore mentre in carrozza accompagna lei tredicenne al collegio parigino delle Dame dell’Abbaye-au-Bois, per signorine di alta condizione. Dal lato paterno, Emilia appartiene a un casato di uomini di legge; e il suo nonno materno è il ricchissimo barone Antonio Portal, scienziato e medico del re Luigi XVIII. Da Parigi, Emilia ritorna quindicenne a Gaillac per stare col padre e i due fratelli, più giovani di lei. Ma il padre sembra ormai indifferente a tutto e a tutti. Chi manda avanti la casa è una domestica fidata, laboriosa, decisionista.
E per Emilia questi sono anni confusi: bella e ricca com’è, non si sposa, e pare che non sappia cosa fare. Durante una missione popolare, i predicatori la orientano verso i drammi della povertà, e lei dà una prima risposta aprendo casa sua a molti infelici. Ma così entra in conflitto col padre e con Toinon (Antonietta), l’autoritaria domestica, che l’accusa di rovinare la famiglia. Intanto ha radunato un gruppetto di ragazze che condividono il suo aiuto ai poveri e le sue speranze in qualcos’altro. E questo “altro” giunge nel 1832: la morte del nonno materno procura una ricca eredità a Emilia, che subito compra una casa, raccogliendovi le compagne, e con l’aiuto del vescovo di Albi fonda la congregazione delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Si è ispirata al Vangelo di Matteo, là dove narra dell’Angelo che appare a san Giuseppe per rassicurarlo: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quello che è generato in lei viene dalloSpirito Santo" (Mt 1,20).
Agostino de Vialar, fratello di Emilia, vive in Algeria, già occupata dai francesi, e le propone di aprire un ospedale a Boufarik, presso Algeri. Lei arriva con le prime compagne, in tempo per affrontare un’epidemia di colera. Col denaro del nonno crea ospedali e scuole, tra l’ammirazione dei musulmani. (Uno di essi, mentre lei gli medica una gamba in cancrena, le indica il Crocifisso dicendo: "Lui deve essere molto buono se ti spinge a fare questo per me"). Ma nel 1843 il vescovo francese di Algeri fa richiamare tutte le suore in Francia, e si tiene le loro opere. Così Emilia è anche povera, adesso: ma non ha visto ancora il peggio. Riparte dalla Francia portando scuole e ospedali a Malta, Cipro, Tripoli, Beirut; viaggia nel mondo spingendosi fino all’Australia.
E intanto arriva, per lei, il disastro proprio in casa: a Gaillac, nella sua prima comunità. Qui la superiora locale rovina tutto con un’amministrazione disastrosa, e poi se ne va facendo anche causa a madre Emilia, per avere indietro la dote. Povertà, debiti, ondate di maldicenza, sembra davvero la fine. Ma lei è tranquilla: "Il nostro Ordine deve prosperare nella povertà". Abbandonata Gaillac, il cuore della Congregazione trova sistemazione definitiva nel 1852 a Marsiglia, con l’aiuto del vescovo che è un padre di missionari e futuro santo: Eugenio di Mazenod, fondatore degli Oblati di Maria Immacolata. Emilia non ha più eredità da spendere, ma avrà sempre più esempi da mostrare, dovunque operino le Suore dell’Apparizione, in Europa, in Asia, in Africa.
Muore a 59 anni, e già la dicono santa quelli che l’hanno conosciuta in Francia e fuori, cristiani e non cristiani. Pio XII la canonizza nel 1951.

Autore: Domenico Agasso (Famiglia Cristiana)

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EMILIA de VIALAR, fondatrice delle Suore DI S. GIUSEPPE DELL'APPARIZIONE, nacque a Gaillac, nel Tarn, il 12 settembre 1797 da una famiglia aristocratica distintasi nella magistratura. Sua madre, figlia del barone Portal, scienziato e celebre medico di Parigi, la allevò con tenerezza e religione, come i suoi due fratellini. A tredici anni fu affidata alle Dame dell'Abbaye-au-Bois, in Parigi, per completare la sua educazione. La signora de Vialar morì nel corso del viaggio. Allorché due anni più tardi Emilia tornò a Gaillac, trovò un padre rattristato per la sua vedovanza e la casa sotto la direzione di Toinon, serva devota ma dispotica, che intendeva conservare la sua autorità. Questo dramma domestico ne nascondeva un altro: quello di un'anima combattuta fra le attrazioni mondane e gli appelli ad una vita totalmente consacrata a Dio. Nel 1816, in occasione di una missione, la Grazia trionfò. Questa giovane di diciotto anni, carina, intelligente, corteggiata, chiude definitivamente il suo cofanetto di gioielli per ubbidire alla voce interiore. "Che cosa volete da me, Signore?". In attesa di una risposta precisa ella si dà a Cristo che soffre nei poveri, nei vecchi e negli infelici. Presto essi invadono la casa. Toinon grida. Il signor de Vialar, deluso di non aver maritato la figlia, si lascia trascinare a violente scenate. "Soffri tutto per mio amore", dice la voce interiore. Passano quindici lunghi anni. Prima di porre la pietra della fondazione, Dio la cesella lungamente. Infine nel 1832 la svolta decisiva. Nonno Portal muore lasciando ai nipoti un'immensa fortuna. È per Emilia Ia possibilità di cominciare la sua opera, lungamente maturata. Ella acquista una grande casa e la sera di Natale, passando sopra alla dolorosa opposizione del padre (per molti anni egli rifiuterà di rivederla), col cuore spezzato, ma nella gioia di un dono totale, vi si insedia con le compagne.
Gaillac, da buona città meridionale, si riscalda, schernisce, chiacchiera, poi si calma davanti al successo manifesto. Le postulanti affluiscono.
Il vescovo di Albi, mons. de Gualy, prende sotto la sua protezione "Le Suore di s. Giuseppe delI'Apparizione". Emilia ha preso per patrono e per modello il grande umile dell'Evangelo che, sulla parola dell'angelo, credette per primo al mistero del Bambino-Dio.
I poveri, i malati, i fanciulli non bastano al suo ardore apostolico: ella ha sempre sognato le Missioni. Non è chimerico per un Istituto appena nato? Dio non lo pensa. Tre anni più tardi le vie si aprono.
Agostino de Vialar, suo fratello, che dimora in Algeria dalla conquista ed è colpito dalla miseria degli indigeni, fa appello a sua sorella a nome del console di Reggenza per aprire un ospedale a Bouffarik. Appena sbarcata, scoppia una violenta epidemia di colera e madre de Vialar e le sue figlie fanno fronte a tutto con una efficacia e una dedizione che attirano la venerazione dei musulmani sulle "marabutte bianche".
In un breve soggiorno a Gaillac, madre Emilia scrive, in ginocchio, davanti al tabernacolo, le costituzioni del suo Istituto che mons. de Gualy approva calorosamente. Ella riguadagna l'Africa, I'anima piena di vasti progetti. Il suo Istituto è giovane, ma le avventuriere del cielo contano nella Grazia, che soffia in tempesta. Le fondazioni si scaglionano: Algeri, Bona, Costantina, Tunisi... Noviziati, ospedali, asili, scuole.
Mancava a questa meravigliosa riuscita ciò che la madre de Vialar chiamava il sigillo della Croce. Il vescovo di Alieri è generoso, confusionario, autoritario; egli ha tanta stima di Emilia de Vialar che vorrebbe monopolizzare per sé il nascente Istituto. Ciò sarebbe tagliare ad esso le ali. Madre de Vialar "difende il suo diritto", dice Gregorio XVI. Il vescovo di Algeri tormenta Parigi che ritira alle religiose l'autorizzazione a risiedere in Algeria. Nel genn. 1843 madre Emilia deve abbandonare il paese lasciandovi la maggior parte della sua fortuna. Dice alle figlie: "Non piangete, non è che una prova, Gesù ha sofferto molto di più". Chiusa l'Algeria, resta il vasto mondo. Niente arresta lo slancio della madre de Vialar. Per quindici anni ella solca il mare per impiantare le sue figlie ovunque la Prowidenza le chiami. "E' sempre lei che le chiama", diceva con la sua semplicità. In periplo intorno al Mediterraneo fonda quattro prospere case: Malta, dove la tempesta la getta come s. Paolo, Cipro, Tripoli, Beiruth. Visita la Palestina del Cristo, l'Egitto della Sacra Famiglia, Aleppo ed Erzerum e, più tardi, la Birmania lontana, l'Australia degli antipodi. Quindici anni di fatiche, di audacia, di abbandono alla Provvidenza perché tutte le fondazioni continuino sotto il segno della Croce. Dopo le persecuzioni, le rovine: a Gaillac la superiora locale, ingannata da un uomo d'affari senza scrupoli, ha accumulato dei debiti. In luogo di scusarsi abbandona la Congregazione ed ordisce processi su processi per la restituzione della sua dote. Tormentata dalle calunnie, con i creditori "come lupi divoranti", madre de Vialar è costretta a lasciare la sua città natale "ove non può più fare del bene". Tolosa è una tappa sulla via dell'esilio. Quivi mangerà il pane secco della povertà, condito di un energico sorriso. "Se io non fossi divenuta povera l'Ordine non avrebbe prosperato". Ma quale dolore per la madre vedere le figlie nella privazione completa! Infine in Marsiglia, la terra promessa, nel 1852. La "Porta dell'Oriente" era indicatissima per diventare la sede di un Ordine missionario tenuto a conservare uno stretto contatto con le sue fondazioni. Madre de Vialar vi trovò il benevolo accoglimento del suo vescovo missionario, mons. de Mazenod, fondatore degli Oblati di Maria Immacolata. Fu un incontro provvidenziale fra due anime fatte per comprendersi. La fondatrice aveva finito il suo compito. Morì, quasi improvvisamente, come se avesse voluto essere umile fino alla fine, il 24 agosto 1856. "La santa è morta", disse la povera gente che conosceva la sua bontà. La Chiesa ha ratificato questo giudizio popolare il 24 giugno 1951, fissandone la festa al 24 agosto.
La santità utilizza i doni della natura. Quelli di madre de Vialar erano notevoli. " Dio mi ha dato un cuore forte, nessuna prova lo può abbattere". Ella aveva tutte le qualità del capo, univa l'audacia alla prudenza, non tentava nulla di impossibile, ma pensava che la grazia di Dio allarga molto i limiti del possibile per coloro che s'abbandonano a lei. Il suo cuore era forte come la sua intelligenza. Non si può dimenticare la grazia del suo sorriso, il calore della sua accoglienza; aveva gesti delicati che le aprivano i cuori più induriti. Sapeva che nella carità niente è piccolo. In Algeri durante il colera spese una piccola fortuna per dare ai malati quella limonata, che l'amministrazione rifiutava. Le sue figlie, che ella mandava ai confini del mondo, restavano l'oggetto della sua sollecitudine materna. Ella raggiunse i musulmani, i giudei, i pagani che si sentivano immersi nell'irraggiamento di una vera tenerezza.

Autore: Paola Hoesle

Fonte:  
  
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Aggiunto il 2004-08-23

 

 

 Saint Emily de Vialar
Also known as
Anne Marguerite Adelaide Emily de Vialar
Emilie de Vialar
Emilie de Vialard


Memorial
17 June

Profile
Born to an aristocratic family, the eldest of three children, and only daughter of Baron James Augustine and Antoinette de Vialar. Because of the anti-Church sentiment of the years following the French Revolution, Emily was baptized in secret, and was taught religion at home by her mother. Sent at age 7 to Paris, France for her education. Her mother died when Emily was 15, and the girl returned home. She managed her father‘s house until she was 35 years old, privately devoting herself to a life of celibacy and prayer, and occasionally arguing with her father over her desire to enter religious life.

Upon receiving a large inheritance from her grandfather, Emily and three other women founded the Sisters of Saint Joseph of the Apparition on Christmas Day in 1832; the Apparition refers to the appearance of Gabriel to Joseph, telling him to flee to Egypt. In 1835, Emily and several of the Sisters arrived in Algeria to help the sick during a cholera epidemic, and begin her dream of missionary work. Beginning in 1840 she tried to obtain papal approval of the Sisters, but secular politics between France and Algeria, and Church politics involving Bishop Dupuch of Alger prevented the recognition until 31 March 1862, several years after Emilie’s death.

During the next few years Emily established 14 new houses, travelled extensively, and sent missionaries anywhere that would accept them. This put a heavy strain on her inheritence, which had been mismanaged by her financial advisor. By 1851 she was bankrupt. Because of the money trouble, the reputation of Emily and of the Sisters suffered, and they were so poor that they sometimes ate in soup kitchens run by other Congregations. Emily finally moved them all, establishing the mother-house of the Sisters in Marseilles, France where, with the help of the bishop, Saint Eugene de Mazenod, she began to build up her congregation again. In the years until her death, she established 40 houses in Europe, Africa, and Asia, and the Sisters continue their good work all over the world today.


Born
12 September 1797 at Gaillace, Albi, southern France as Anne Marguerite Adelaide Emily de Vialar


Died
24 August 1856 at Marseilles, Bouches-du-Rhône, France of natural causes


Venerated
19 March 1935 by Pope Pius XI (decree of heroic virtues)


Beatified
18 June 1939 by Pope Pius XII


Canonized
24 June 1951 by Pope Pius XII


Additional Information
150th Anniversary Video for Sisters of Saint Joseph of the Apparition
Australian Sisters of Saint Joseph of the Apparition
Book of Saints, by the Monks of Ramsgate
Catholic Online
Indian Sisters of Saint Joseph of the Apparition
Our Sunday Visitor’s Encyclopedia of Saints, by Matthew Bunson, Margaret Bunson, and Stephen Bunson
Sisters of Saint Joseph of the Apparition


Readings
Since God does so much for me, what could I not do for him? - Saint Emily

 



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