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2월10일 리미니의 복녀 글라라

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유화정 [wjyou57] 쪽지 캡슐

2012-04-29 ㅣ No.2087



축일 2월10일
리미니의 복녀 글라라
Beata Chiara Agolanti da Rimini Clarissa, Poor Clare
Blessed Klara Agolanti of Rimini(1280-1326)
Blessed Clare Agolanti of Rimini
Also known as : Chiara Agolanti, Clare of Rimini,
Born : 1282 at Rimini, Italy
Died : 10 February 1344 at Rimini, Italy of natural causes
Beatified : 1784 by Pope Pius VI (cultus confirmed)



  이탈리아 리미니의 부유한 집 딸로 태어난 클라라 아골란티(Clara Agolanti)는 어려서 결혼하였으나 곧 과부가 되었다. 그러나 남편 집안의 반대자들에 의하여 얼마동안 유배생활을 하다가 부친의 집으로 돌아왔다. 사실 그녀는 충동적으로 살았고 또 조심성이 없어서 많은 빈축을 샀다고 한다. 30세 되던 해의 어느 날, 그녀는 어느 프란치스코회의 성당에 갔다가 신비스런 목소리를 들었다. “클라라야, 아무런 잡념 없이 주님의 기도와 성모송 한 번만 바쳐보아라." 이때부터 그녀는 아주 신중히 처신하게 되었고, 그 얼마 후에는 같은 성당에서 성모님의 발현을 목격하였다. 큰 충격과 더불어 완전히 개심한 그녀는 작은 형제회의 제3회에 입회하여 보속생활을 시작하였다.

   온갖 보석으로 치장하던 그녀는 철로 된 고행복을 입고 철저한 고행을 시작하였다. 지난날의 허영과 육욕을 벌하기 위하여 스스로 허름한 널빤지 위에서 잠을 잤고, 자신의 입맛을 희생하였다. 그녀는 가끔 기아 직전까지 갈 정도로 음식을 절제하였다. 몇몇 부인들이 그녀의 지도하에 재속 수도자의 길을 걸었다. 어느 해 성 금요일에는 사람들이 그녀의 목에 새끼줄을 매고서 개처럼 끌고 다니게 한 적도 있었다. 또 주님을 본받기 위하여 문전걸식을 하였다.

   이처럼 그녀의 행동이 지나칠 정도로 엄격했기 때문에 반대자들도 생겼다. 그러나 그녀는 주님의 목마름을 실감하기 위하여 물도 먹지 않고 오랫동안 지내기도 하였으니, 정말로 놀라운 사람이라고 모두가 혀를 내둘렀다고 한다. 이런 그녀의 수덕생활은 그녀가 죽으면서 즉시 성녀로 공경을 받는 놀라운 빛을 발하게 하였다. 교황 비오 6세(Pius VI)는 1784년에 그녀에 대한 공경을 승인하였다. 그녀는 흔히 재속 수도자의 앞길을 밝힌 분으로 공경을 받는다.
(가톨릭홈에서)


*참고: 
리미니의 복녀 글라라 : 가난한 글라라 회원으로서 서원을 했는지는 확실치 않다.
(김창재다미아노ofm 이현주카타리나ofs 엮음,프란치스칸 안에서 재속프란치스코회 역사, 한국재속프란치스코회 출판부,2011, 392쪽 주석 3번에서)


 

 

 

Beata Chiara Agolanti da Rimini Clarissa
10 febbraio 
1280 - 1326

Chiara Agolanti nacque a Rimini nel 1280 in una famiglia molto ricca. Dopo una giovinezza dissipata, segnata anche da molteplici scandali, Chiara si convertì ed intraprese una vita di carità e di penitenza. Alla morte del secondo marito intensificò le sue penitenze fino alla decisione di formare una comunità di vita claustrale secondo la regola di Chiara di Assisi, con alcune donne che nel frattempo si erano unite a lei. Durante questo ultimo periodo della sua vita il Signore le fece dono di elevatissime grazie spirituali. Chiara Agolanti morì il 10 febbraio 1326. Gode del culto di Beata per antica tradizione.

Martirologio Romano: A Rimini, beata Chiara, vedova, che espiò con la penitenza, la mortificazione della carne e i digiuni la precedente vita dissoluta e, radunate delle compagne in un monastero, servì il Signore in spirito di umiltà. 


Nel corso dei secoli, la vita di s. Maria Maddalena, come libertina e poi convertita e penitente, ha sempre avuto delle anime che si sono ritrovate, nel loro tempo, quasi nella stessa situazione, fra queste annoveriamo Chiara Agolanti.
Nata nel 1280 fu educata dal padre Onosdeo in modo molto forte nell’agire, quasi maschile e insofferente di ogni sottomissione. Passò la sua adolescenza cavalcando e giostrando, ribelle alle pratiche religiose che la madre Gaudiana cercava di inculcarle.
Morta la madre, il padre si risposò e lei divenne ancora più indipendente. Giovanissima sposò il figlio della matrigna ma rimase vedova dopo tre anni ereditando immense ricchezze. Per otto anni continuò a darsi alle feste, alle giostre cavalleresche, a conviti, con una vita frivola e mondana, dando adito in città a scandali e pessime dicerie.
Il padre e il fratello morirono lo stesso giorno mentre erano in guerra contro i Malatesta, per rivalità di dominio del territorio riminese, così che tutte le ricchezze della famiglia Agolanti si accentrarono nelle mani della giovane vedova.
Fu richiesta in sposa da un nobile che faceva anche lui una vita dissipata e lei acconsentì a patto che potesse continuare lo stesso modo di vivere. Un giorno per curiosità, entrò nella chiesa dei Padri Conventuali, s. Maria in Tribio e si sentì dentro di sé per la prima volta turbata e agitata, tornata a casa si rinchiuse nella sua stanza, dove gettatosi a terra ebbe un pianto dirotto di pentimento e decise allora di mutare vita.
Il giorno dopo si recò nella stessa chiesa ove si confessò in generale, da quel momento ricominciò un’esistenza di pietà, di opere buone, di penitenza, convertendo anche lo sposo, che due anni dopo morì in modo cristiano. A quel punto Chiara non pose più limiti alle sue penitenze che divennero terribili, animata da un fuoco d’espiazione che la divorava.
Con le sue immense ricchezze, prese ad aiutare tutte le miserie materiali e morali, dotò di dote ed assistenza tutte le ragazze povere da sposare. Alcune donne di grande fervore si riunirono intorno a lei disposte a fare una vita di clausura e di penitenza, Chiara fondò così un piccolo convento detto di s. Maria degli Angeli, poi successivamente detto di s. Chiara; ottenne la benedizione del vescovo di Rimini Guido Abasio, recandosi poi alla Chiesa Cattedrale per emettere i voti religiosi, secondo la Regola di s. Chiara.
Visse una decina d’anni come superiora, intensificando i sacrifici e la contemplazione della Passione di Cristo. Il Signore le concesse il dono di grazie mistiche elevatissime, con estasi così profonde che nessuna forza umana riusciva a farle sospendere e solo se le si portava davanti il ss. Sacramento si riprendeva.
Morì a 46 anni il 10 febbraio 1236, consumata dalle penitenze e dalla contemplazione; il suo corpo riposa nella chiesa del monastero.
Per antica tradizione gode del culto di Beata. Ricorrenza liturgica il 10 febbraio.

Autore: Antonio Borrelli
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Se qualcuno avesse ancora dei dubbi che per il Signore nulla è perduto e che per ciascuno c’è la possibilità di ricominciare una vita nuova, segua la vicenda singolare della beata Chiara Agolanti, che con l’omonima santa di Assisi ha ben poco da spartire, almeno per i primi tre quarti della sua vita. Di famiglia fiorentina, nata nella seconda metà del 1200 a Rimini, dove la famiglia è stata esiliata, è una bambina ribelle, anzi una scavezzacollo che la mamma fatica a controllare e ad educare a più civili modi di vivere. La morte della mamma, quando lei ha appena sette anni, le concede ancora più indipendenza, mentre il padre cerca inutilmente di educarla con uno stile marziale e rigoroso che aumenta ancor più il suo senso di ribellione. Poco più che bambina viene promessa al figlio della matrigna, che sposa appena adolescente. Il giovane marito muore appena tre anni dopo, lasciandola erede di un’immensa ricchezza, che Chiara non fatica a sperperare. Il lutto, infatti, non l’ha certo addolorata né depressa, se riesce subito a darsi alla pazza gioia, alle feste mondane, ai banchetti e alle giostre. Un comportamento il suo, che finisce sulla bocca di tutti i riminesi, scandalizzati dal suo peccaminoso stile di vita. Nemmeno la morte tragica, in combattimento e nello stesso giorno, del papà e del fratello riesce a scuoterla. Anzi, questo ulteriore lutto concentra nelle sue mani tutto l’ingente patrimonio di famiglia, permettendole di condurre una vita ancora più trasgressiva e facendola diventare uno dei migliori “partiti” della città. Incapace di ogni solido legame, accetta di sposare uno dei compagni delle sue quotidiane bravate, un discusso e chiacchierato “gentiluomo”, a patto di poter continuare la sua vita sregolata. A 34 anni un fatto insolito nello squallore della sua vita morale: una forza misteriosa ma irresistibile la obbliga un giorno ad entrare in una chiesa e a recitare un “Padre nostro” che ha il potere di cambiarle la vita. Dopo una notte insonne, ritorna il giorno dopo nella stessa chiesa, questa volta per confessarsi e per fare il proposito di cambiare vita. Tanto sregolata e trasgressiva prima, quanto risoluta e tenace adesso nel tener fede ai propositi fatti, coinvolge nella conversione anche il marito libertino, che cambia vita e muore due anni dopo, in pace con Dio e con se stesso. Chiara, adesso, ha tutto un suo mondo di poveri da aiutare, affamati da sfamare e malati da curare, cui dona tutti i suoi beni. Da ricchissima che era sceglie di bussare di casa in casa per elemosinare quelle che serve alla vita di un convento di clausura. Addirittura fonda un convento tutto suo, nel quale vive esperienze mistiche molto intense, a volte appena turbate dal rimorso dei peccati giovanili, cui cerca di rimediare con rigorosissime penitenze. Alla sua morte è subito circondata dalla venerazione e dalla simpatia della gente, che la sente vicina non solo nel comune sforzo di fedeltà a Dio, ma anche nell’umana debolezza che ha contraddistinto la sua vita. E’ festeggiata il 10 febbraio.

Autore: Gianpiero Pettiti
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Aggiunto il 2002-01-22

 

 

 

 

 

 


Blessed Clare Agolanti of Rimini
Chiara Agolanti
Clare of Rimini

Memorial
10 February


Profile
Born to the nobility. Married twice, she spent most of her time in dissolute, sinful pleasures. When her father and brother were executed in civil disturbances, Clare changed her life completely. She became a Franciscan tertiary and founded a convent, though she never became a nun. In an attempt to make up for her earlier life, she practiced penances that were considered extreme even by 14th century standards.

Born
1282 at Rimini, Italy


Died
10 February 1344 at Rimini, Italy of natural causes


Beatified
1784 by Pope Pius VI (cultus confirmed)


Additional Information
Book of Saints, by the Monks of Ramsgate
New Catholic Dictionary
Our Sunday Visitor’s Encyclopedia of Saints, by Matthew Bunson, Margaret Bunson, and Stephen Bunson

 

 

 

Blessed Clare of Rimini
(Chiara Agolanti) (1282-1346) Matron, Poor Clare, born Rimini, Italy; died there. Having led a dissipated life, she repented, and as a Franciscan tertiary resolved to expiate her sins by penance. Later she became a Poor Clare and superioress at Rimini. Beatified, 1784. Buried in cathedral of Rimini. Feast, Rimini, 10 February.
New Catholic Dictionary

 

 

 


February 10
Blessed Klara Agolanti of Rimini
1280-1326
 
Blessed Klara Agolanti (IT: Chiara) was born in 1280 in Rimini in the Emilia-Romagna in northern Italy. Her parents were Onosdeo Agolanti and his wife Gaudian and came from one of the city's rich noble families. Her youth she threw away with sinful licentiousness, and she ignored the religious worship as the mother tried to teach her.

When his mother died, her father married again, and Klara became even more independent. She married the son of her stepmother, but she was widowed after only three years and inherited vast wealth. For eight years she lived the dissolute life, and she was the cause of many scandals and much gossip in town. Her father and her brother were executed by civil unrest, and all the wealth of the family Agolanti landed on the young widow's hands. A nobleman who lived just dissipated like herself, proposed to her, and she said yes on the condition that she could resume her old lifestyle.

One day, Klara of curiosity into a church that belonged Conventual Franciscans (OFMConv), Santa Maria in Tribio. This changed her life completely, and when she came home, locked herself into a room, threw herself on the floor and pledged to begin a new life. It was said that it was a vision of the Virgin Mary that was behind the conversion. The next day she went to the same church and made her confession.

Her husband gave her permission to live practically like a nun, and she was Franciscan Tertiary (Tertius Ordo Franciscanus - TOF). She lived a life of penance and works of mercy, and she also converted her husband. He died two years later, and she increased her asceticism further.

Some of the penance she imposed on herself, was quite extreme, even by contemporary standards. She put away all the jewelry and wore a bar of iron rings around his ankles, fingers and neck. She always slept on a hard bed and imposed on herself long periods of fasting and prayer. In Lent, she lived in a cave in the wall, on Good Friday, she dragged herself through the city with a rope around her neck in imitation of Jesus on the road to Calvary. She nearly died when she tried for a long time to experience the Christ's thirst on the cross. One time she could not keep up, but spoke in anger, she punished herself by pinching her tongue with pliers. The last years of her life she was blind, and the last few months of her life she spent in a coma in which she was unable to speak.

But her work shows that she not only learned to punish heself, but also to help others. She help her exiled brother, and many others, she helped a clear nuns who had been forced to flee the Regno to establish themselves in Rimini and acted for them as a servant - they locked her up to prevent that she went back to the cave in the wall. Once she sold herself into slavery to ransom a man who was about to get your hand chopped off. The magistrate was then so moved with compassion over the action that he pardoned the man. She founded a convent for her disciples, Santa Maria degli Angeli, but was never even a nun. The monastery was later named Santa Chiara.

Klara died on 10 February 1326 in Rimini. Her body rests in the monastery church. She was beatified on May 22, 1784 by Pope Pius VI (1775-99). In December 1784 her cult was confirmed by Pope Pius VI (1775-1799). Her memorial day is the day of death 10 February.

Reflection
Prayer
God our Father,
every year you give us joy on the feast of Blessed Klara.
As we honour her memory by this celebration,
may we follow the example of her holy life.
We ask this through our Lord Jesus Christ, your Son,
who lives and reigns with you and the Holy Spirit,
one God, for ever and ever
 



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